30 milioni di euro sono stati stanziati per la riqualificazione delle attività lavorative esistenti, la rioccupazione del personale espulso dal mercato del lavoro e favorire il rilancio del territorio dei comuni di Taranto, Statte, Crispiano, Montemesola e Massafra attraverso la promozione di nuovi investimenti produttivi.
Questo “Progetto di riconversione e riqualificazione industriale per l’area di crisi industriale complessa di Taranto”, approvato lo scorso dicembre dalla giunta regionale della Puglia è stato sottoscritto nei giorni scorsi dalla Regione Puglia con l’intervento del Ministero dello Sviluppo Economico ed Invitalia, “Il primo obiettivo dell’accordo è quello di restituire il lavoro agli operai tarantini che lo hanno perso a causa delle tante crisi aziendali nel territorio ionico”, dice l’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Michele Mazzarano (nella foto). “Le gravi condizioni occupazionali e ambientali e la crisi del comparto produttivo siderurgico che ha colpito sia i lavoratori diretti dell’Ilva che i quasi 7.000 dell’indotto”, ha spiegato Mazzarano, “hanno reso urgente questo intervento normativo straordinario con l’obiettivo di ottenere effetti diretti sullo sviluppo e sull’occupazione dell’area tarantina”.
I principali sottoscrittori dell’accordo di programma, insieme con la Regione Puglia, sono il ministero dello Sviluppo Economico ed Invitalia Spa con i compiti, quest’ultima, di fornire assistenza tecnica al gruppo di coordinamento e controllo, di coordinare l’attuazione del PRRI, di gestire l’intervento agevolativo nazionale e gli strumenti agevolativi operativi nell’area sulla base delle proprie competenze. Ogni intervento verrà selezionato attraverso avviso pubblico e l’assegnazione di un punteggio che premierà le proposte e le iniziative imprenditoriali che avranno come elemento distintivo quello dell’incremento occupazionale e che saranno rispettosi dell’ambiente e e della salute. Questo intervento si aggiunge a quelli messi in campo dalla Regione Puglia, che sono a sportello e quindi aperti, elevando il limite dei 30 milioni del contributo nazionale. Tali misure sono coordinate dalla sezione Competitività e Ricerca dei sistemi produttivi dell’assessorato e gestiti dalla società regionale in house Puglia Sviluppo con procedure collaudate e molto rapide.
“Questo investimento punta a favorire la nascita di reti di imprese, dalle micro alle medie, interessate a creare filiere di lavorazione in diversi ambiti”, dice l’ingegnere Giuseppe Vitiello (nella foto a sinistra), responsabile del progetto integrato di filiera per la coltivazione e trasformazione della Canapa a fini industriali promosso da Rete di Imprese Valore Canapa in collaborazione con la Regione Puglia, l’Università di Bari, l’Enea e il CNR di Lecce. “Il progetto Valore Canapa aperto alle aziende che desiderano investire direttamente su questo territorio, si sta sviluppando nell’area produttiva localizzata nel comune di Crispiano (Ta) presso il Polo Integrato di Sviluppo P.I.S. organizzata nell’area completamente urbanizzata APPEA (area produttiva paesaggistica ed ecologicamente attrezzata) definita dal Piano paesaggistico territoriale della Regione Puglia.”
In quest’area infatti sta operando una filiera di trasformazione e commercializzazione che utilizza la Canapa prodotta nelle aree agricole limitrofe. In particolare Valore Canapa intende promuovere la valorizzazione energetica delle matrici organiche, agro-industriali e rifiuti organici nella produzione di biogas e bioetanolo. “Le materie prime derivate dalla trasformazione della Canapa sono utilizzate in diversi ambiti: dall’edilizia alla zootecnia, nella produzione di materiali high-tech per i settori aerospaziali e automotive”, prosegue Giuseppe Vitiello (nella foto). Accanto alle coltivazioni sono previsti alcuni impianti di trasformazione primaria delle paglie di Canapa per produrre materie prime dirette alla produzione di fitofarmaci, prodotti cosmetici a base naturale, fito estratti e integratori alimentai. Ma non solo. “Anche l’industria tessile e soprattutto quello cartario sono settori che hanno particolare interesse verso la Canapa i suoi derivati”. I lavorati della trasformazione della Canapa sono anche utilizzati per la realizzazione di materiali high-tech diretti ai settori dell’aerospaziale, automotive, mobiliero e nel settore edile e della bioedilizia, che valorizzano biomasse ligno-cellulosiche derivati dalla materia prima.
Il settore cartario è molto sensibile e attento alla produzione di cellulosa di canapa che oltre a non inquinare e essere facilmente smaltibile viene apprezzata per alcune lavorazioni speciali oltre che per il suo alto livello di riciclabilità. “Nel Polo di Crispiano saranno organizzate officine meccaniche specializzate nello sviluppo e produzione di macchinari industriali dedicati proprio per la lavorazione della Canapa. Il Polo garantisce un centro servizi per la coltivazione e valorizzazione della Canapa, di rappresentanza istituzionale, con uffici commerciali, amministrativo, marketing, informatico e design. Sarà anche fornito di laboratori chimici per il controllo qualità dei prodotti con analisi certificate Iso 9001, Emas e altre. E’ disponibile inoltre un magazzino refrigerato realizzato in materiali sostenibili per lo stoccaggio atto a favorire una logistica comune o per esigenza esterne. Inoltre è prevista la distribuzione di sementi certificate alla filiera e lo stoccaggio di prodotti dalle o per le filiere agricole collegate.