Nella sede Fieg di Milano è stato firmato l’accordo sullo stato di crisi alla Gruner+Jahr/Mondadori. L’assemblea dei giornalisti della casa editrice che pubblica fra gli altri il mensile Focus, lo aveva prima approvato all’unanimità, ritenendo che l’obiettivo sindacale era stato raggiunto: niente cassa integrazione a zero ore o strane mobilità. Tutti i colleghi restano al lavoro in cassa integrazione a rotazione. Questo comporterà una riduzione dell’orario di lavoro del 24 per cento con conseguente riduzione dello stipendio. Un sacrificio votato all’unanimità che la dice lunga sul senso di responsabilità e di solidarietà dei colleghi che hanno in tal modo impedito l’espulsione di 17 cosiddetti esuberi, dopo che 5 giornalisti avevano scelto di aderire agli incentivi per le dimissioni in conseguenza della fallita vendita di Jack. L’accordo prevede anche il prepensionamento di tre colleghi. I giornalisti avevano in precedenza anche deliberato l’invito ai direttori, Francesca Folda, Jacopo Loredan, Vittorio Emanuele Orlando e Sara Pozzoli, a partecipare alla solidarietà. Uno ha dato risposta negativa, gli altri tre non hanno ancora risposto.
“Questo accordo con i sacrifici che comporta mi ha colpito e anche commosso” dice Franco Abruzzo http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=11169. La solidarietà, antica parola cristiana e socialista, non è morta. Viene indicata una via nuova e fraterna in un momento drammatico per il nostro mondo”.
Ecco il testo inviato dai Cdr ai colleghi
“Caro Direttore, il Cdr sta per firmare un accordo che prevede, per ciascuno di noi, la rinuncia a circa un quarto dello stipendio per salvare 17 colleghi dalla disoccupazione. Un sacrificio durissimo, che affrontiamo insieme in modo convinto e consapevole, prendendo atto in modo responsabile e solidale della crisi dichiarata dall’Editore. In questo scenario, però, notiamo con dispiacere la vostra assenza. Forse è stato l’Editore a scegliere di escludervi dalla cassa integrazione a rotazione. Ma nessuna legge vieta che anche i Direttori ne siano coinvolti, valutando se e quando restare assenti dal lavoro. E infatti non mancano diversi esempi di colleghi direttori che hanno fatto scelte del genere. Per questo, vi chiediamo la disponibilità a condividere il sacrificio: non solo per mitigare l’elevato impatto economico su di noi, ma soprattutto facendo appello alle vostre maggiori responsabilità di leader. Tutto ciò per farci sentire ancora più uniti nello sforzo comune di salvare la Gruner + Jahr/Mondadori, ma anche per un principio di equità: fatte le debite proporzioni, una decurtazione dello stipendio di un redattore ha infatti un peso ben maggiore sulla sua vita personale e familiare. Nell’ipotesi di accordo, l’Editore stesso ha fatto scrivere che il rinnovamento e lo sviluppo dei brand della nostra casa editrice richiede “l’impegno di tutte le forze aziendali (dirigenti, direttori, grafici editoriali e giornalisti) a un rinnovato spirito pionieristico”. Perché, oltre ai sacrifici, come giustamente ha scritto ancora l’Editore, occorre affiancare “la motivazione e lo spirito di collaborazione”. Per questo, anche se la nostra richiesta non vuole interferire con la trattativa che i nostri rappresentanti sindacali stanno portando a termine, restiamo in fiduciosa attesa di un vostro riscontro prima del prossimo incontro con l’Editore”.
Igiornalisti della Gruner+Jahr/Mondadori