Dal 23 al 24 ottobre si terrà a Milano (Palazzo Turati, via Meravigli 9/b) la seconda edizione del Forum italiano sulle biotecnologie industriali e la bioeconomia. L’evento organizzato da Assobiotec – www.assobiotec.it – , l’Associazione per lo sviluppo delle biotecnologie che fa parte di Federchimica, insieme a Innovhub-Stazioni sperimentali per l’industria e dal consorzio Italian Biocatalysis Center, sarà anche l’occasione per presentare l’attività delle imprese, delle università e dei centri di ricerca italiani in questo settore. Il Forum si propone come momento di incontro per far crescere il network delle biotecnologie industriali e della bioeconomia in Italia, e come un’opportunità di riflessione sulle politiche da implementare per far sì che l’Italia possa favorire una crescita economica sostenibile basata sul superamento della dipendenza dal petrolio e dalle altre fonti energetiche fossili, aumento della popolazione mondiale e cambiamenti climatici. L’evento sarà articolato in sessioni dedicate alla farmaceutica, alla biocatalisi, all’ambiente, all’agro-alimentare e all’energia. Al dibattito interverranno tra gli altri, in una tavola rotonda che si terrà nel pomeriggio del 24 ottobre, Catia Bastioli, amministratore delegato di Novamont, Guido Ghisolfi, amministratore delegato di Chemtex Italia, Manfred Kircher, presidente del CdA del Cluster tedesco delle biotecnologie industriali (Clib2021), Franco Guarino, Country Manager Italia e Sud Europa di Veolia Environnement, Lucia Gardossi, docente di Chimica organica all’Università di Trieste, e Alessandro Sidoli, presidente di Assobiotec.“Gli abstract pervenuti in occasione dell’evento sono tutti di elevato livello scientifico”, ha detto Giovanna Speranza, docente di Chimica organica all’Università di Milano e componente del comitato scientifico di IFIB. “Provengono da atenei, centri di ricerca e imprese di tutto il territorio nazionale. Siamo colpiti dalla risposta del Centro-Sud, particolarmente attivo nei settori delle energie rinnovabili e dell’agricoltura. Un segnale importante se si considera che siamo in un contesto di revisione della politica agricola comune e di una nuova strategia europea per la bioeconomia, che impone all’Italia di giocare un ruolo di primo piano”.