Negli anni ’80 le aziende della logistica, sull’onda degli orientamenti di quel periodo economico, si sono focalizzate sui rispettivi core business, optando spesso per l’esternalizzazione di molti servizi. Nei decenni successivi il manager logistico ha incontrato difficoltà nel trasformarsi da gestore di persone a gestore di risultati. “A questo si è aggiunto il timore di perdere il controllo di parte del know how interno”, aggiunge Paolo Bisogni, presidente di Ailog, Associazione italiana di logistica e supply chain management – www.ailog.it – durante la presentazione di una survey realizzata dall’associazione , “timore che ha indotto molte realtà a interrogarsi sull’effettiva validità di questo tipo di scelta”.
“La survey Ailog sul ruolo dell’outsourcing”, ha proseguito Bisogni, “è nata da tre esigenze: definire con precisione i parametri e i dati in base ai quali valutare la validità della decisione di esternalizzare i servizi logistici, identificare le caratteristiche professionali, organizzative e dimensionali dei provider, capire come si possa rendere variabile il costo della manodopera in presenza di una domanda discontinua”.
“Dalle nostre rilevazioni”, ha spiegato Igino Colella, partner di Achieve Global, “abbiamo ricavato importanti indicazioni. In primo luogo, si è visto che la tendenza a ricorrere all’outsourcing è trasversale sotto tutti i profili e che, soprattutto, non è collegata al maggiore o minore grado di maturità delle aziende; si tratta di una decisione determinata da scelte strategiche, dettate da esigenze comuni a tutte le imprese, anche se con diverse caratteristiche: in primo luogo la ricerca di efficienza, di contenimento dei costi e di minore occupazione di spazi, ma anche esigenze di flessibilità, di efficacia operativa, di focalizzazione e di concentrazione degli investimenti sul core business. Le aziende intervistate risultano soddisfatte della scelta in favore dell’outsourcing: di queste il 42% si è dichiarato molto soddisfatto, il 52% soddisfatto ed il 6% ha riscontrato un esito negativo nel passaggio all’outsourcing. Tra le Pmi esiste il timore di perdere il controllo su un segmento del processo, che per la buona riuscita di un progetto di outsourcing è fondamentale un alto grado di partnership tra committente e operatore logistico, che i sistemi informativi e i processi del committente siano aggiornati e adeguati, che si possano effettuare misurazioni e controllo dei risultati e che l’operatore logistico sia scelto correttamente, per la sua esperienza specifica di settore”.
Il convegno seguito alla presentazione della survey di Ailog ha viso la presenza di numerosi addetti ai lavori come Oriano Verri, corporating planning & logistic director di Star, Carlo Ricchetti, direttore produzione e logistica di Alessi, che hanno illustrato il punto di vista della committenza, Giulia Barani, responsabile logistica di Ambrosiano Group, che ha invece portato il contributo degli operatori. I lavori si sono chiusi con gli interventi di Luca Brandellero (La Rinascente), Therry Conte (Sonepar Italia), Silvio Giordani (Riello) e Giuseppe Mandurino. Attivo dal 2012 e aperto a tutti i soci Ailog il gruppo di lavoro sull’outsourcing logistico è formato da manager di aziende commerciali e produttive, operatori logistici e fornitori di servizi per la logistica, società di consulenza, formazione e certificazione.