di Carlo Faricciotti. I radioascoltatori italiani nel giorno medio sono 34 milioni 353mila (l’83,9% della popolazione secondo il Censis). Un dato che colloca il mezzo radiofonico immediatamente alle spalle di quello televisivo (che calamita il 98,3% degli italiani, sempre secondo il Censis). Numeri importanti cui però mancava un supporto altrettanto importante per gli investitori pubblicitari: l’indagine sull’ascolto radiofonico, l’equivalente di quello che è l’Auditel per la televisione. In realtà l’indagine c’era e si chiamava Audiradio, ma aveva cessato di diffondere i dati, tra molte polemiche, due anni fa. Ora Gfk Eurisko ha diffuso la seconda tranche della propria ricerca RadioMonitor (60.000 casi per l’indagine telefonica combinati con 10.000 individui monitorati per 28 giorni con un meter automatico) rivolta alle emittenti iscritte cioè 17 emittenti nazionali e 297 locali.
Detto che RadioMonitor non è la nuova Audiradio, vediamone i dati salienti. Questa seconda tranche fa seguito a quella resa pubblica lo scorso giugno e assegna la medaglia d’oro a Rtl 102.5 (6 milioni 633mila ascoltatori nel giorno medio, -0,4% rispetto alla prima tranche), quella d’argento a Radio Deejay (5 milioni 249mila ascoltatori nel giorno medio, -2% rispetto alla prima tranche) e quella di bronzo a Radio 105 (5 milioni 23mila ascoltatori nel giorno medio, -0,1% rispetto alla prima tranche).
Per trovare RadioRai bisogna scendere al quinto gradino (RaiRadio 1, 4 milioni 437mila ascoltatori, -3,2%), al settimo (RaiRadio 2, 3 milioni 126mila ascoltatori, -1,9%), al quindicesimo (RaiRadio 3, 1 milioni 413mila ascoltatori, -1,5%). Flavio Mucciante, direttore di RaiRadio 2, però non ci sta: «Non si possono confrontare i goal di un incontro di calcio con le mete di una partita di rugby. Numeri e posizioni di RadioMonitor non sono sovrapponibili a quelli dell’ultima indagine Audiradio del 2009, in quanto sono stati modificati alcuni parametri della ricerca. Radio2, la più moderna radio della Rai ha oggi un preciso progetto, che incrocia servizio pubblico e appeal per investitori pubblicitari, grazie ad un’offerta multipiattaforma e a palinsesti on demand». Spiccano le performance positive di Radio Italia (4 milioni 314mila ascoltatori, +2,6%) e Virgin Radio (2 milioni 346mila ascoltatori, +4,4%) e quelle negative di R101 (2 milioni 97mila ascoltatori, -4,8%) e Radio Radicale (3 milioni di ascoltatori, -5,1%). La ricerca è disponibile su http://www.gfk.com/gfk-eurisko/