Lo spread più grave per il nostro sistema manifatturiero? Il costo della bolletta energetica. Lo ha ribadito a Prato Vincenzo Boccia, il presidente dei piccoli imprenditori di Confindustria nel corso del forum organizzato dalla Piccola Industria di Confindustria giunto alla sua 13 esima edizione. La riduzione del taglio della spesa pubblica e del cuneo fiscale uniti allo sblocco dei pagamenti della Pubblica amministrazione sono le richieste più pressanti delle Pmi. Lo stesso Boccia ha ribadito come una piccola impresa in Italia paga il 39% in più della media europea il costo dell’energia. Un problema che nel distretto tessile di Prato si sente maggiormente vista la richiesta di energia di questo settore. Marcello Gozzi, direttore dell’Unione industriale pratese ha voluto sottolineare come nel distretto pratese il costo dell’energia è cresciuto del 30% in pochi mesi e in modo imprevedibile a differenza di altri costi programmabili e gestibili anche da piccole imprese. Un esempio di come l’energia incide nella mancata ripresa è stato fatto da Michele Tronconi presidente di Sistema Moda Italia. “Per un tintore il costo dell’energia rappresenta il 20% sul totale dei costi di produzione. Bene questo costo cresciuto del 30% negli ultimi mesi. Se si volesse riequilibrare il rapporto tra costi e ricavi, i prezzi dovrebbero aumentare oltre il 6% con una conseguente caduta delle vendite totali”.