Crollo nel valore dei protesti di assegni e cambiali, che probabilmente tramontano come mezzi a garanzia dei pagamenti.
A Prato, la città che li ha inventati grazie all’intraprendenza del mercante medievale Francesco Datini, per esempio, se nel 2014 il valore dei protesti era stato di 13,61 milioni, nel 2015 è crollato a 3,18 milioni, con una dimezzamento anche del numero dei protesti.
Una tendenza rilevata anche a livello nazionale, come segnala l’indagine resa pubblica da Unioncamere: nel 2015 i protesti a livello nazionale sono calati del 25%. Siamo lontani dal crollo di Prato, ma la tendenza è segnata: le transazioni ormai sono garantite da altri strumenti.
POSITIVO SEGNALE DI RIPRESA
“I cambiamenti ormai avvengono velocemente nel mondo economico, questo è un segnale ulteriore della nostra dinamicità – commenta Luca Giusti, presidente della Camera di Commercio di Prato – Sicuramente alla base di questi numeri c’è un positivo segnale di ripresa, ma molto è dovuto anche al tramonto di assegni a cambiali nelle transazioni. Come capita spesso a Prato i cambiamenti avvengono prima e le tendenze vengono intercettate subito”.
A Prato nel 2015 sono stati protestati 256 assegni del valore medio di 4.488 euro; sono invece state protestate 1.813 cambiali di un importo medio di 1.1.25 euro.