All’Estadio Acquatico Olimpico di Rio de Janeiro la prima medaglia del nuoto azzurro è firmata da Gabriele Detti talentuoso livornese allevato dallo zio Stefano Morini. Dopo aver fatto faville agli ultimi Europei di Londra (oro nei 400 sl, argento negli 800 e nei 1500 e bronzo nella 4X200), alla sua seconda Olimpiade si inchina solo ai big. Mack Horton e Sun Yang.
La partenza non è il suo forte e fino ai 300 metri annaspa nelle retrovie mentre davanti la lotta fra Horton e Sun Yang si accende. Quando sembra tutto perso, eccolo riemergere fino a un bronzo che ha la fragranza dell’impresa. “E’ successo, è’ andata così, è andata bene”, commenta incredulo, prima di rammaricarsi per quei 9
centesimi di distacco dal record di Rosolino. Ma è solo un attimo, perche’ “va benissimo cosi’, l’obiettivo oggi era andare a medaglia”. Obiettivo centrato alla grande, quasi a voler sfidare l’amico fraterno Gregorio Paltrinieri che nelle prossime ore sbarcheraà a Rio a caccia del suo primo metallo olimpico. Detti ha giocato d’anticipo nei suoi confronti, ribaltando nei 100 metri finali una gara che sembrava persa. “Ho chiuso tutto, mi
sono detto ‘basta pensare’. Sono stato bravo a restare tranquillo, sono partiti tutti forte, ho toccato, mi sono girato, ho visto i due che avevo passato, ho visto davanti Sun e Horton e mi sono detto: ‘terzo, è andata”. Tenere il ritmo di quei due non è semplice, nemmeno partendo meglio (“Mi hanno dato due secondi, fosse la partenza il problema sarebbe facile”) ma intanto, con questo bronzo, un primo passo e’ stato fatto: “e’ il sogno nel cassetto di chiunque ma arrivarci e realizzarlo… Per il momento sono senza parole, tremo tutto”. La dedica va “al mio babbo e a
tutte le persone che come lui sono rimaste sveglie per vedermi” e mentre gioisce in zona mista arriva proprio la telefonata dei genitori, davanti allo zio allenatore che lo guarda orgoglioso.