Produzione industriale di giugno in crescita. Commento di Paolo Mameli, senior economist Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo.
La produzione industriale è accelerata a sorpresa a +1,1% m/m a giugno,
dopo il +0,7% m/m di maggio. È il quarto aumento negli ultimi cinque
mesi. Su base annua l’output è in crescita di +5,3%, massimo dalla
fine dell’anno scorso. Come previsto, decisivo è stato il contributo dell’energia, anche in
relazione alle temperature più alte della media registrate nel mese
(questo effetto dovrebbe avere sostenuto l’output anche nel mese di
luglio). I migliori comparti si confermano il farmaceutico e i mezzi
di trasporto, ma la ripresa, oltre che più vigorosa, appare anche
decisamente più diffusa a livello settoriale. Nel trimestre, la
produzione industriale è rimbalzata di +1,1% t/t (da -0,2% t/t
precedente), il che significa che l’industria è tornata a contribuire
al valore aggiunto (stimiamo di +0,2-0,3% t/t).
Sebbene a inizio anno i dati di contabilità nazionale siano risultati
insolitamente decorrelati rispetto a quelli di produzione industriale,
ciò aggiunge senz’altro rischi al rialzo sul dato sul PIL del 2°
trimestre che verrà diffuso dall’Istat il prossimo 16 agosto.
Nel caso in cui fosse almeno confermato lo 0,4% t/t d’inizio anno, la
crescita acquisita per il 2017 sarebbe pari a 1,2%, e con ogni
probabilità i principali previsori rivedranno ulteriormente al rialzo
le loro stime sul PIL italiano nell’anno in corso, verosimilmente a
1,3-1,4% (la media delle previsioni di consenso è risultata pari a
1,2% a luglio, da 0,9% solo tre mesi prima). In altri termini, il
processo di generalizzata revisione al rialzo delle stime di crescita
del PIL italiano che ha caratterizzato gli ultimi mesi è destinato a
nostro avviso a continuare nelle prossime settimane.
La produzione industriale è aumentata di ben +1,1% m/m a giugno,
dopo il +0,7% m/m di maggio. Il dato è decisamente superiore alle
aspettative, che vedevano un rallentamento. È il quarto aumento negli
ultimi cinque mesi.
Su base annua (corretta per gli effetti di calendario), l’output è
accelerato a +5,3% da un precedente +2,7%. È il quinto incremento
consecutivo.
Sia per quanto riguarda la variazione congiunturale che quella
tendenziale si tratta del massimo dal dicembre 2016. Come previsto,
decisivo è stato il contributo dell’energia (in crescita di +5,7%
m/m, anche in relazione alle temperature più alte della media
registrate nel mese; questo effetto dovrebbe avere sostenuto l’output
anche nel mese di luglio). In aumento anche beni di consumo e
intermedi (+1,3% m/m ciascuno). I beni strumentali hanno fatto
segnare una correzione (-0,2% dopo il +2,2% m/m di maggio), ma il
loro contributo all’indice generale resta decisivo su base annua
(+1,6%).
I migliori settori (considerando i dati tendenziali corretti per gli
effetti di calendario) continuano ad essere (come accade da circa
due anni) il comparto farmaceutico (+18,5% a/a) e quello dei mezzi
di trasporto (+13,6% a/a), seguiti da coke e prodotti petroliferi
raffinati e dalla fornitura di energia.
La ripresa appare anche, oltre che più vigorosa, decisamente più
diffusa: solo uno dei tredici settori manifatturieri (o dei quindici
in totale, considerando anche attività estrattive e fornitura di
energia) risulta in calo su base annua (solo all’interno del
manifatturiero, erano tre il mese scorso e ben otto due mesi fa). Si
tratta di legno, carta e stampa (-1,1% a/a).
Nel trimestre, la produzione industriale è rimbalzata di +1,1% t/t,
dopo essere calata di -0,2% t/t nei precedenti tre mesi. Questo
significa che l’industria è tornata a contribuire al valore aggiunto
nel 2° trimestre dopo aver frenato l’attività economica a inizio
anno (stimiamo un contributo di +0,2-0,3% t/t).
C’è da dire che nel 1° trimestre i dati di contabilità nazionale
sono risultati insolitamente decorrelati rispetto a quelli di
produzione industriale (il PIL è cresciuto di +0,4% t/t nonostante
una flessione dell’output nell’industria). Pertanto, non è detto che
il rimbalzo della produzione industriale nel trimestre appena passato
si traduca in una accelerazione del PIL rispetto al dato di inizio
anno (che era stato sostenuto da alcuni fattori una tantum:
contributo delle scorte, effetto dei giorni lavorativi, anomalie
nelle variazioni dei deflatori).
In ogni caso, il dato conferma che la ripresa dell’attività economica
nell’industria non sta soltanto guadagnando velocità, ma sta
diventando anche più diffusa. Le indagini di fiducia delle imprese
manifatturiere segnalano che la tendenza espansiva può continuare
nei prossimi mesi (e come detto dovrebbe rimanere positivo il
contributo dall’energia).
In sintesi, pur con tutti i caveat di cui sopra, la crescita superiore
alle attese registrata a giugno dalla produzione industriale aggiunge
senz’altro rischi al rialzo sul dato sul PIL del 2° trimestre che
verrà diffuso dall’Istat il prossimo 16 agosto.
Nel caso in cui fosse almeno confermato lo 0,4% t/t d’inizio anno,
la crescita acquisita per il 2017 sarebbe pari a 1,2%, e con ogni
probabilità i principali previsori rivedranno ulteriormente al
rialzo le loro stime sul PIL italiano nell’anno in corso,
verosimilmente a 1,3-1,4% (la media delle previsioni di consenso è
risultata pari a 1,2% a luglio, da 0,9% soltanto tre mesi prima).
In altri termini, il processo di generalizzata revisione al rialzo
delle stime di crescita del PIL italiano che ha caratterizzato gli
ultimi mesi è destinato a nostro avviso a continuare nelle prossime
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