Cattivi pagatori: una tutela per le Pmi

Cattivi pagatori: ecco la proposta di legge proposta da Conflavoro Pmi.

Tutela delle aziende dai cattivi pagatori, la provincia autonoma di Trento diventa esempio per tutto il territorio nazionale. E’ incardinata, infatti, in un disegno di legge in discussione in una commissione del Consiglio la proposta che la provincia autonoma “favorisca la sottoscrizione, da parte delle aziende, di un codice etico per il rispetto dei tempi di pagamento”, con un meccanismo che preveda anche una maggiorazione degli incentivi per le aziende in regola. Conflavoro Pmi, la confederazione delle piccole e medie imprese presieduta da Roberto Capobianco, si è fatta promotrice della questione in Trentino e adesso spinge ancora di più affinché del problema se ne occupi, finalmente, anche il legislatore nazionale. La proposta di legge contro i cattivi pagatori prevede di creare un contratto commerciale per i rapporti fra imprese e fornitori, una commissione di certificazione, con apposite clausole di tutela annesse. Un contratto che specifichi azioni e impegni delle parti in ogni possibile circostanza, preveda le modalità di pagamento, dia la possibilità di certificare l’eventuale inadempimento e così via. Il contratto dovrebbe poi essere posto al vaglio di un organo terzo, a garanzia delle parti, per certificare l’eventuale inadempimento contrattuale.

Nella proposta di Conflavoro Pmi c’è anche la realizzazione di un albo dei cattivi pagatori con i dati di coloro che sono stati destinatari di una certificazione di inadempienza contrattuale: “Una sorta di sistema a punti – dice Roberto Capobianco – con cui si segnala alla comunità degli imprenditori la presenza di un soggetto che non ha onorato le proprie fatture o ha addirittura già ricevuto un certificato di inadempienza. Punti che possono essere recuperati nel caso in cui il soggetto in questione si rimetta in regola”. Far diventare la questione del pagamento ai fornitori una priorità anche per il legislatore nazionale, dunque, è il passaggio ulteriore cui si sta dedicando Conflavoro PMI. Il Trentino, intanto, ha dato il primo segnale sul territorio. Un segnale, quantomeno, di interesse nei confronti di una tematica che sta assumendo i toni dell’emergenza. Fra i soggetti presenti all’audizione davanti alla commissione per il ddl unificato che porta la firma di Filippo Degasperi (Movimento 5 Stelle) e Claudio Civettini (Civica Trentina) anche il presidente di Conflavoro PMI Trento, Salvatore Ruocco.

Non è, sottolinea Ruocco, solo una questione di soldi e di mancati pagamenti. “Ne va della tranquillità e del benessere delle persone – avverte il presidente di Conflaovro PMI Trento – siano essi imprenditori o lavoratori, costretti a vivere sempre nell’incertezza di non ottenere i pagamenti dovuti e con il rischio di dover chiudere per colpe non proprie”. È questo il motivo per cui il passo della provincia autonoma di Trento, seppur ancora timido, può rappresentare una svolta di consapevolezza, utile per portare a traino anche il legislatore nazionale.
Una idea, questa, da tempo perseguita da Conflavoro PMI, l’associazione datoriale presieduta da Roberto Capobianco. Una necessità, quella delle piccole e medie imprese, che si è trasformata in una vera e propria proposta di legge che ora attende di essere presa in considerazione dal parlamento. Tutto parte da una considerazione, ovvero dal fatto che chi non paga le fatture fa un danno non soltanto a chi le emette, ma anche alla fiscalità generale. Per questo, secondo Conflavoro PMI, occorre trovare, anche per via legislativa, delle soluzioni che da una parte garantiscano il credito e dall’altra evitino le lunghe trafile legate ai tempi della giustizia civile, le quali aggravano ulteriormente i costi della riscossione. E non è un caso che l’iniziativa, ora in discussione alla provincia autonoma, sia partita proprio da Trento, con l’input di Salvatore Ruocco, presidente provinciale di Conflavoro PMI e amministratore unico di Trentino Sicurezza.

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