“Legge di bilancio da modificare con alcune integrazioni e modifiche a beneficio della montagna. Ne suggeriamo quattro più una grande esigenza che finora non ha trovato sensibilità a Montecitorio prima e a Palazzo Madama la scorsa settimana”, dice Marco Bussone, presidente nazionale Uncem.
“Prima istanza – afferma Bussone – l’aumento del finanziamento del fondo montagna, con una precisa destinazione d’uso. Al momento vi sono soli 10 milioni di euro di dotazione nel ddl, che vanno finalizzati. Aumentati, soprattutto. In secondo luogo, la Strategia nazionale Aree interne deve essere rifinanziata. Proprio come è stato fatto nelle ultime quattro leggi di bilancio. Al momento non vi è traccia di risorse per la Snai. Vi sono però una serie di fondi a pioggia per i Comuni, con poche decine di migliaia di euro per i più piccoli, che frammentano le opportunità e rischiano di non creare sviluppo locale. I Deputati possono modificare almeno la destinazione e l’uso di queste risorse, definendo un percorso, degli obiettivi, una strategia. In terza battuta, sembra essere stata completamente abbandonata la legge sui piccoli Comuni. È stata votata all’unanimità dai due rami del Parlamento un anno fa e ora viene lasciata senza nuovi finanziamenti che invece a settembre 2017 ampie parti del Parlamento avevano richiesto. È anomalo e molto particolare. Una moderna legge che l’Europa, gli altri Stati ci invidiano, proprio come la Strategia Aree interne (la Spagna la sta copiando), viene lasciata in un angolo. Fortunatamente vi sono articoli della 158 che si possono concretizzare anche senza decreti attuativi. Lo stanno facendo centinaia di Comuni, Comunità montane, Unioni montane. Quarta questione aperta, lo svuotamento del fondo olimpico del Piemonte, destinato ai Comuni montani torinesi di Val di Susa e Val Chisone, con 29 milioni di euro che tornano nel sacco del bilancio statale. Non possiamo accettarlo”.
“Queste quattro istanze devono trovare ascolto alla Camera – evidenzia il Presidente dell’Unione dei Comuni, delle Comunità e degli Enti montani – Vi è però l’esigenza di avviare un percorso sulla differenziazione fiscale per le zone montane e quelle a più alta marginalità geo-economica del Paese, della quale non vi è lontana traccia nella manovra. Niente. Eppure lo hanno chiesto negli ultimi mesi centinaia di Comuni che sanno essere quel percorso l’unico possibile per fermare abbandono, desertificazione commerciale, chiusure di negozi e imprese che tengono in vita Alpi e Appennini, a beneficio della coesione del Paese. Quando Governo e Parlamento vorranno agire?”