Apple non è più Apple. Dalla marcia trionfale della crescita del 7% le ultime previsioni hanno rintracciato su un più modesto – ma sempre buono – 3-4% di crescita. Immediata la ripercussione sul corso azionario, con il calo del 9% sul titolo Apple a New York, con ripercussioni sugli indici azionari del settore tecnologico e dei titoli globali.
Tim Cook ha spiegato che la prima revisione al ribasso dopo 15 anni è dovuta alla «debolezza economica in alcuni mercati emergenti che si è rivelata avere un impatto significativamente maggiore di quello che avevamo previsto». A preoccupare i vertici di Apple sono le condizioni del mercato cinese che assorbe il 20% del totale delle vendite della società e che soffre sempre più la concorrenza dei nuovi giganti cinesi e la possibilità dell’insorgenza di nuovi dazi che potrebbero danneggiare gli affari della società, visto che la quasi totalità della produzione avviene tra la Cina e Taiwan. Secondo Cook, «Oltre il 100% del calo delle nostre entrate mondiali su base annua si è verificato nella Grande Cina» e riguarda i dispositivi «iPhone, Mac e iPad».
Cook attribuisce questa crisi anche alla congiuntura economica negativa nei mercati emergenti, per esempio, ma anche un minor numero di acquisti di nuovi di iPhone in sostituzione di quelli vecchi da parte dei clienti fedeli rispetto a quanto preventivato. La decisione di mettere a disposizione le batterie sostitutive a prezzi inferiori a quelli praticati fino a un momento prima, presa a seguito dei problemi emersi nel primo trimestre del 2018, avrebbe avuto poi un impatto molto negativo sulle vendite del “melafonino”. Gli utenti – lasciava intendere Cook – avrebbero deciso di approfittare dei prezzi di saldo per farsi sostituire da Apple (l’unica autorizzata) la batteria del proprio iPhone invece di cambiare in toto lo smartphone: di qui, il calo delle vendite.
Quest’ultima ammissione diventò subito interessante perché con essa l’amministratore delegato di Apple sostanzialmente confermava ciò che tutti pensavano da tempo: l’impossibilità generale per gli utenti di sostituire autonomamente le batterie negli iPhone avrà certamente i suoi motivi tecnici, ma soprattutto serve a convincere gli acquirenti a passare al modello più recente non appena quello in loro possesso inizia a offrire un’autonomia inferiore a quella originale, anziché ripararlo.