Carmine Di Sibio, global managing partner di Ernts & Young, appena designato presidente e ceo, dal prossimo primo luglio per quattro anni, di una delle «big four», le più grandi società di consulenza al mondo intervistato a Davos sulla situazione economica italiana è meno ottimista dello scorso anno ma nell’insieme non si sente pessimista.
Secondo Di Sibio l’Italia, oppressa dalla disoccupazione giovanile e dalla magnitudo del suo debito pubblico, deve puntare soprattutto sull’innovazione e sulla tecnologia, per creare posti di lavoro e fermare la ‘fuga dei cervelli’ che impoverisce il Paese.”Ci sono molte questioni geopolitiche che dobbiamo risolvere se vogliamo spingere la crescita mondiale, come le tariffe, la guerra commerciale tra Usa e Cina, Brexit. Anche rivisto da +3,7% a +3,5% il Pil mondiale non è poi male, ma rispetto alle attese dello scorso anno, c’e’ certamente più preoccupazione per il 2019”, spiega Di Sibio. “L’Europa, da un punto di vista americano, deve fare fronte alle sfide demografiche e ci sono molte questioni che la mettono sotto pressione, ma nell’insieme è molto resiliente, perché alla fine è ok ogni anno”, aggiunge il top manager. Brexit è “una situazione differente. Noi pensiamo che non ci sarà una ‘hard Brexit’, prevarrà la ragione e si troverà un qualche accordo. Il tempo è agli sgoccioli, ma penso che alla fine una soluzione ci sarà”.
Le società più grandi e i gruppi finanziari sono più preparati alla Brexit, “mentre le aziende di medie dimensioni non lo sono e qualsiasi tipo di hard Brexit “avrebbe un effetto devastante per le imprese più piccole. Nell’insieme però credo che la popolazione britannica non voglia una hard Brexit. Non sono sicuro che un secondo referendum vedrebbe la vittoria di leavers”. Puntando i riflettori sull’Italia, Di Sibio spiega che “è il mio paese favorito oltre agli Usa. Sono nato in Italia e quindi la seguo un po’. Penso che abbia una grande sfida demografica da affrontare e che quello che dovrebbe fare è puntare sul digitale, sull’innovazione. Il problema più grave è quello della disoccupazione giovanile. Sta perdendo così tanto ‘brain power’, perché i giovani lasciano il Paese e vanno all’estero. Succede anche ai miei parenti”.
La soluzione sta in “un’istruzione basata sulla tecnologia, nel creare occupazione per i giovani, creare aziende innovative. Gli italiani sono la popolazione più creativa di tutte. Se si associa la tecnologia alla creatività, sarebbe una cosa ottima per l’Italia”. Sulle iniziative del Governo italiano, Di Sibio non si sbilancia molto. “Non ho molta familiarità con quello che sta accadendo esattamente, so della coalizione di governo, ma non so tutto sui 5 Stelle e sui conservatori, che stanno comunque prendendo slancio nei sondaggi”, è la risposta. Matteo Salvini, comunque “è noto anche negli Usa. La stampa ne ha parlato e qualcuno ha trovato qualche similitudine con Donald Trump”, percependolo come “conservatore e uomo medio”. Anche se, in effetti, il presidente americano certo ‘uomo medio’ non e’. Sul reddito di cittadinanza, Di Sibio lo accomuna al sussidio erogato da molti altri Paesi, con gli analoghi problemi: “c’e’ il rischio che le persone preferiscono i sussidi al lavoro. Non penso che i sussidi siano la soluzione, credo più nella creazione di posti di lavoro e nel fare sì che le persone siano produttive per la società. E non stiano sul divano a guardare la tv”.
Sullo shutdown Usa, la considerazione è che “non è un grande fattore nel breve termine, se continua però lo diventerà, frenerà la crescita Usa”. Che piaccia o meno – aggiunge Di Sibio – Trump sta rispettando la sua agenda elettorale e la protezione dei confini ne è una parte importante. L’elezione di Trump è stata certamente “una sorpresa, uno shock” e lui “è un presidente diverso, polarizzante, ha una base di circa il 40% dell’elettorato che lo sostiene molto, ma non è la maggioranza”. Adesso con la Camera democratica c’è un controllo sul suo operato e “si vedrà cosa riuscirà a fare nei prossimi due anni”. Di Sibio è ottimista sullo scontro in atto tra Usa e Cina: “nei prossimi sei mesi la guerra commerciale troverà una soluzione. Sta danneggiando entrambi i Paesi”.
Quali prospettive per Ernst & Young colosso da 270 mila dipendenti, presente in oltre 150 Paesi: “siamo cresciuti del 9% lo scorso anno e speriamo di fare lo stesso quest’anno, stiamo investendo molto in tecnologia. Saremo sempre più una società del digitale e dei dati”. Questo – aggiunge Di Sibio – “non significa che non continueremo a investire in talenti. Vogliamo assumere le persone migliori dalle migliori scuole e continueremo a farlo. Ma ora non stiamo solo assumendo esperti contabili e legali, ma molte più persone del settore ‘stem’, cioè matematico-scientifico”. Il gruppo investe miliardi di dollari nella tecnologia, oltre al normale budget, evidenzia Di Sibio. “Vogliamo continuare a crescere, nella parte alta di una cifra e forse a due cifre andando avanti”, sottolinea il top manager che ha tra i suoi primi obiettivi quello di rendere ancora più globale Ey. “Operiamo globalmente adesso, vogliamo esserlo ancora di più. Dobbiamo continuare ad investire nell’intelligenza artificiale, nella blockchain e in altra tecnologia emergente”, spiega indicando che proprio adesso Ey sta mandando avanti alcuni progetti in Italia sulla blockchain. Tra questi “c’è una verifica sui vini, cioè sulla tracciabilità delle origini del vino che è in corso in Toscana. Stiamo facendo lo stesso in Giappone con il sake e in Cina con alcuni dei loro vini”, conclude. La blockchain (e la tecnologia) non ha confini.