Sono stati 153 gli economisti che hanno risposto al sondaggio congiunturale GEI. Un numero di rilevazioni che ha consentito di ottenere utili informazioni sulle aspettative che gli economisti (intesi nell’accezione più ampia del termine, che va dai consulenti professionisti, agli accademici, ai “practitioners”, ai semplici studiosi di questa complessa materia sociale) hanno per il futuro dell’economia italiana e internazionale.
Qui sotto nove slide di sintesi che mostrano una forte stabilità delle aspettative (ovviamente, di bassa crescita) verso la congiuntura del II semestre 2019 (slide 2 e 3), all’interno di una forte instabilità del quadro politico (slide 4), confermata dalla previsione di un Parlamento europeo ricco di partiti euroscettici (slide 5). E’ interessante notare come anche nel caso in cui la futura Commissione UE allentasse i vincoli di bilancio, lo spread BTP-Bund sia comunque destinato a aumentare, influenzato dai mercati che vedrebbero nell’allentamento dei vincoli un pericolo di insostenibilità del debito (slide 6). In questo contesto, anche le aspettative di rispetto del deficit promesso dal Governo per il 2020 sono negative (slide 7). In ogni modo, la somma degli economisti che hanno aspettave positive o stabili sulla crescita semestrale ritorna ai livelli tipici del medio-lungo periodo (slide 8), con il recupero dallo “smarrimento” che si era registrato a novembre 2018 durante l’acceso confronto tra il nuovo Governo e la Commissione UE.