Al tavolo di lavoro tra il Ministero dello Sviluppo e l’associazione dei produttori (Confindustria Ceced) sulla crisi in atto nel settore degli elettrodomestici “bianchi” sarebbe emersa la disponibilità degli enti preposti a devolvere parte del fondo rotativo per la crescita sostenibile (previsto dal Dl 83-2012 cd Decreto Sviluppo), per la salvaguardia dell’occupazione del settore. Il fondo può contare su circa 600 mln di euro a cui dovrebbero aggiungersi 200 milioni nei prossimi anni e circa 1,2 miliardi proveniente dal fondo rotativo della Cassa depositi e prestiti, La salvaguardia dell’occupazione sarebbe garantita da interventi di stimolo della domanda, in particolare da incentivi sui quali per ora non sono trapelate indiscrezioni nè sull’ammontare degli stessi nè sulle categorie merceologiche che ne beneficerebbero così come sugli eventuali criteri che ne permetterebbero la fruizione. Nonostante l’introduzione di incentivi che altro non farebbero che anticipare la domanda futura, giudicheremmo positivamente un simile intervento che consentirebbe un recupero dei volumi di vendita in attesa che una ripresa economica prenda forma. Gli incentivi rivolti all’efficienze energetica sono senza dubbio soldi spesi in maniera più efficiente, da parte dello Stato, per la lotta ai cambiamenti climatici. In particolare gli interventi che riguardano le detrazioni fiscali sull’acquisto di motori elettrici ad alta efficienza e di regolatori di frequenza (contenuti negli elettrodomestici di ultima generazione) sono quelli che, dopo i TEE, hanno il minore costo di incentivo sia sul capitale investito che per i bilanci dello Stato e di gran lunga inferiori rispetto a quelli erogati (dalle bollette) per la produzione di energia da fonti rinnovabili.
Intanto ci aspettano ancora 3 mesi per varare il Quarto Conto Energia. Secondo fonti di stampa la Commissione Bilancio del Senato avrebbe inserito nella Legge di Stabilità, attualmente sottoposta a un profondo restyling, una norma che prevede il prolungamento di 3 mesi degli incentivi al fotovoltaico per gli immobili della pubblica amministrazione. L’intervento estende i benefici previsti dall’art. 1 comma 4 lettera c) del Quinto Conto Energia ovvero che gli impianti realizzati su edifici pubblici e su aree delle PA che entrano in esercizio entro il 31/12/2012 possono godere delle tariffe da Quarto Conto Energia (DM 5 maggio 2011). La norma, già bocciata alla Camera, riprende ora vita al Senato anche se in una forma con impatto decisamente inferiore in termini di risorse impegnate rispetto alla prima formulazione che prevedeva una deroga sino a fine 2013 con un costo che, secondo alcune stime, avrebbe superato 1 mld di euro all’anno. La proroga di 3 mesi sembra invece ispirata dalla scelta di portare a termine i progetti avviati (e non di svilupparne di nuovi) per i quali sembrerebbe esserci ancora capienza considerato che, secondo il contatore fotovoltaico, il costo annuo degli incentivi è di poco superiore a 6,5 mld di euro rispetto a un tetto di 6,7 mld euro.