di Alessia Morani. Nonostante per decenni e decenni la nostra società e il nostro sistema politico non abbiano sostenuto né incoraggiato l’evoluzione della figura femminile dal punto di vista personale e professionale, in quest’ultimo decennio si è registrata una controtendenza di questo fenomeno. Il numero delle donne che scelgono di non relegare la loro figura nell’essere solo moglie e madre e puntano al raggiungimento dei loro obbiettivi lavorativi, è in costante aumento. Tra gli ambiti professionali che vedono protagonista l’evoluzione della figura femmine, troviamo sicuramente quello imprenditoriale.
L’imprenditoria femminile, infatti, è in costante aumento. Sono sempre di più le donne che rivestono cariche di notevole importanza e prestigio all’interno delle aziende italiane. In crescente aumento è anche il numero delle donne che si apprestano a rilevare imprese o ad avviare start up aziendali. A tutela di tale fenomeno sociale, è stato varato un disegno di legge che mira ad agevolare e sostenere l’imprenditoria femminile italiana.
Imprenditoria femminile sostenuta dalla legge 215/92
A sostegno delle donne che si avvicinano al mondo dell’imprenditoria lo stato Italiano ha varato un disegno di legge, noto come legge 215/92, che prevede agevolazioni e facilitazioni per le cosiddette “imprese in rosa”, già esistenti o da avviare. Vediamo i punti cardine della legge 215/92:
• Il titolare delle ditte individuali deve essere una donna
• I soci delle società di persone e delle cooperative devono essere donne per il 60%
• 2/3 delle quote delle società di capitali devono essere detenuti da donne
• 2/3 dell’organo di amministrazione delle società di capitali deve essere composto da donne
• Le piccole imprese devono avere meno di 50 dipendenti
• Il fatturato deve essere inferiore a 7 miliardi di euro
• Parti dei fondi stanziati per le imprese in rosa non hanno l’obbligo di restituzione
• Il tasso di una parte dei fondi è agevolato dello 0,5%, da restituire in dieci anni
• I finanziamenti sono concessi solo nell’ambito industriale, artigianalo, agricolo, commerciale, turistico per i seguenti motivi:
– Avvio di nuove attività
– Acquisizione di imprese preesistenti
– Nuovi progetti aziendali
– Acquisizione di reali servizi aziendali
Le spese ammesse
La legge a sostegno dell’imprenditoria femminile prevede il sostegno per le seguenti spese:
• Impianti generici
• Macchinari e attrezzature
• Brevetti e certificazioni di competenza professionale
• Acquisto di software
• Oneri di progettazione per attività nuove
• Opere murarie e direzioni dei lavori per aziende preesistenti
• Studi per la fattibilità dell’impresa
• Servizi forniti da società regolarmente iscritte al registro delle imprese, enti pubblici o privati, professionisti iscritti all’albo di appartenenza
• I beni che l’azienda acquista devono essere tutti di nuova fabbricazione e possono essere acquistati direttamente o in leasing
• I beni acquistati per aziende preesistenti possono non essere di nuova fabbricazione
Le spese non ammesse
La legge a sostegno dell’imprenditoria femminile non prevede il sostegno per le seguenti spese:
• Acquisto di materiale d’ufficio ad uso comune (computer, cancelleria, telefoni, fax)
• Manutenzione ordinaria (caldaia e altri strumenti)
• Acquisto di terreni e fabbricati
• Mezzi targati di trasporto merci
Organizzazione della legge sul territorio italiano
La legge 215/92 agevola le donne che si avvicinano al mondo dell’imprenditoria organizzando l’operato su scala regionale. Ogni regione italiana, infatti, investe dei fondi a sostegno dell’imprenditoria femminile.
Per richiedere le agevolazioni previste dalla legge 215/92 bisogna partecipare al concorso; i bandi di concorso sono pubblicati dal Ministero dello Sviluppo Economico, che stabilisce i termini entro i quali è possibile fare richiesta di agevolazione. Tutte le richieste devono essere presentate servendosi soltanto della modulistica originale del Ministero dello Sviluppo Economico.
Quali sono i documenti da presentare al momento della richiesta?
• Modulo di richiesta delle agevolazioni: dati principali sull’impresa e programma degli investimenti
• Certificato d’iscrizione presso il registro delle imprese
• Disponibilità dell’immobile: il locale deve essere già disponibile al momento della richiesta di agevolazione. Tutti i contratti di locazione (affitto, vendita, concessione demaniale, comodato, proprietà) devono essere registrati prima di presentare al domanda
• Destinazione d’uso: deve essere specificata la destinazione d’uso dei locali. La certificazione d’uso è dimostrabile solo con un certificato del comune.
Entro 90 giorni dalla chiusura dei termini di presentazione della richiesta vengono pubblicate le graduatorie delle aziende italiane a cui è stata concessa l’apposita legge, direttamente sulla Gazzetta Ufficiale. Entro 30 giorni dall’uscita delle graduatorie ogni organo amministrativo regionale comunica le politiche di agevolazione alle singole aziende vincitrici.
Contributi previsti
I contributi di cui le aziende giovano sono erogati in due quote sul conto corrente dell’impresa in questione.
– La prima quota è del 30% dell’intero contributo e viene fornita al raggiungimento del 30% dell’investimento o talvolta anticipata
– La seconda quota è pari al saldo del contributo e viene stanziata al raggiungimento dell’investimento (non oltre 24 mesi dalla concessione del contributo)
Per ulteriori informazioni visitate il sito esg89.it