Assemblea ABI: la crisi (forse) aiuta un ripensamento, ma manca la necessaria tensione
Il contesto in cui si è svolta l’Assemblea, difficile sia per la situazione di molte banche italiane, sia per i rapporti con l’Europa, mai così tesi, ha probabilmente aiutato il Presidente dell’ABI a sollevare lo sguardo, sviluppando una relazione più obiettiva che in passato e rispettosa del contributo dato in questi anni dai dipendenti delle banche”, dice Giulio Romani, segretario generale First Cisl a proposito della relazione di Patuelli all’Assemblea della Associazione Bancaria Italiana. “Dobbiamo superare le dichiarazioni di intenti e chiudere una stagione che ha visto i lavoratori subire ingiurie di ogni genere, per aprirne una nuova che veda realmente valorizzato il loro contributo. Non basta ristabilire i principi etici a cui il sistema deve ispirarsi; è necessario creare un sistema di controlli e meccanismi sanzionatori che consentano ai lavoratori di svolgere un ruolo attivo”
Il tavolo nazionale non può limitarsi, dunque, alla produzione dell’ennesimo codice, ma deve costruire una cornice di regole all’interno della quale ogni azienda dovrà, coerentemente, agire, anche attraverso il confronto negoziale, per garantire il rispetto dei principi in essa iscritti. I nuovi modelli di banca, pur nel rispetto delle specificità delle singole imprese, vanno condivisi con le rappresentanze dei lavoratori. “Questo tema, da tempo sollevato dalle organizzazioni sindacali, finora inascoltate, è oggi urgente e non può essere omesso se si vuole dare respiro economico e sociale alle banche, recuperando il rapporto col Paese anche sul piano reputazionale”, prosegue il segretario generale. “Apprezziamo il riconoscimento da parte del presidente di ABI del CCNL firmato con i sindacati e gli chiediamo di rilanciare strumenti di dialogo e partecipazione su tutti i temi dell’organizzazione del lavoro, dimostrando coerenza nei negoziati futuri. I dati illustrati da Patuelli confermano la ricerca pubblicata mesi fa da FIRST CISL, per rispondere alle infondate esternazioni di Governo e Banca d’Italia: i bancari italiani non sono affatto troppi! Siano conseguenti i piani industriali delle banche e sia l’ABI garante di una linea comune a difesa dell’occupazione e degli occupati!”
Non altrettanto positivo il giudizio sulla relazione di Visco, forse più utile per un seminario di giovani laureandi in scienze bancarie piuttosto che a tracciare soluzioni e ad assumersi responsabilità in un momento tanto avverso. Una relazione priva della tensione e della determinazione necessarie per affrontare i problemi incombenti, riconoscendoli e individuandoli in modo preciso. Le analisi di Visco, inoltre, lasciano perplessi anche sul piano tecnico, in particolare quando afferma che il problema delle sofferenze non sia una questione di sistema, mentre è evidente che possa essere risolto solo accedendo ad un “modello spagnolo” di bad bank. “L’immancabile insistenza di Visco sul costo del lavoro, peraltro in contrasto con l’analisi presentata da Patuelli, conferma l’ottusa e inutile ricerca di facili cause di una crisi di cui il Governatore sembra non avvertire la portata e la profondità” prosegue Romani. “Anche il Ministro Padoan ha affrontato con molta prudenza il temi più spinosi del momento, non anticipando di fatto alcuna soluzione alle questioni più urgenti. In sintesi, pur con diverso apprezzamento degli interventi ascoltati a sensazione è che mentre la Concordia affonda gli ufficiali stiano scegliendo il menù per la cena: magari, tra di loro, c’è chi sta comprendendo quale dieta occorra fare e chi ancora no, ma nessuno, soprattutto tra coloro che dovrebbero intervenire, sembra essere particolarmente allarmato per la linea di galleggiamento del natante…”