E’ probabilmente un caso unico in Italia e oggigiorno sembra più una bella favola che un fatto reale, eppure nel enricolettasm.jpgprofondo sud c’è una scuola superiore statale, un istituto tecnico, dove i docenti non si limitano ad impartire buone lezioni e ad interrogare, ad effettuare esercitazioni in laboratorio e ad organizzare stage presso aziende, ma, stanchi di vedere i loro diplomati continuare ancora oggi ad emigrare per cercare lavoro, da qualche anno hanno smesso di piangersi addosso e si sono rimboccati le maniche e stimolano e coadiuvano gli studenti nella creazione di lavoro innovativo. Imprese reali, dunque, vere e proprie start up con investimenti, bilanci e (possibilmente) profitti. E quando il presidente del consiglio Enrico Letta, a proposito del prossimo vertice europeo per l’occupazione giovanile di Roma, dice “E’ una prova di fiducia e una grande occasione per l’Italia che dobbiamo sfruttare al massimo”, forse intende dire che sono esempi come questi che vanno portati avanti e sostenuti.
La scuola è l’Istituto tecnico “Galilei – Costa” di Lecce, una piccola realtà ad indirizzo economico e tecnologico che da oltre 15 anni si guarda intorno e orienta la formazione dei propri studenti lì dove ci sono più prospettive e che da un paio di anni ha invece deciso di non accontentarsi più della “formazione”. E’ la scuola più premiata d’Italia, con progetti e idee che spaziano dall’uso delle nuove tecnologie all’eco-sostenibilità e all’imprenditorialità. Innovazione, creatività, start up, crescita, business sono concetti che nella scuola salentina, detto nel linguaggio social dei giovani, sono dei veri e propri hashtag, che contraddistinguono il lavoro che si compie ogni giorno tra i banchi, nei laboratori e nel mercato reale.
Idee dei ragazzi e idee dei docenti, nei settori del turismo, della promozione agroalimentare, della tecnologia, della sostenibilità ambientale, sono tutte buone da prendere in esame e, quando ritenute valide, da realizzare concretamente.
Ecco qui alcuni esempi: una classe di quinto anno organizza da due anni nella maggiore piazza della città il “Festival della Dieta Med-Italiana” con oltre 50 assegnosm.jpgespositori e 35.000 visitatori; un gruppo di cinque studenti ha inventato un originalissimo modo di promuovere l’olio extravergine d’oliva di qualità e da alcuni mesi commercializza in rete il loro prodotto “Nectarea”; il neo diplomato Vincenzo Rubano, non vedente, ha implementato un modo per far “vedere” ai ciechi i video su Youtube, conduce una personale battaglia contro le inaccessibilità informatiche attraverso il suo sito di denuncia “Ti tengo d’Occhio” e ha iniziato ad offrire consulenza professionale ad amministrazioni pubbliche; un gruppo di quattro studenti attiveranno a giorni un innovativo servizio turistico advisor, atto a fornire consigli e suggerimenti sui B&B del territorio; due classi, di secondo e terzo anno, stanno rispettivamente lavorando alla realizzazione di un parco divertimenti che anziché consumare energia la crea e alla trasformazione della città di Lecce in un paradiso per la mobilità su due ruote attraverso il “Movimento 5 Selle”. Altre e originali idee sono sempre in cantiere.
Idee progettuali che, attraverso lo stimolo e l’aiuto dei docenti della scuola, si trasformano in lavoro, remunerato. Il giornalista, innovatore e scrittore Riccardo Luna, autore del libro “Cambiamo tutto!”, non poteva forse trovare di meglio quando alcuni giorni fa, in occasione del TEDxLecce, ha voluto incontrare di persona gli studenti del “Galilei – Costa” direttamente a casa loro, nella sede della scuola.
I docenti dell’istituto hanno preso in parola la tecnica anglosassone del “learning by doing” (imparare facendo) e hanno voluto esasperare all’ennesima potenza il concetto su cui si fonda l’istruzione “tecnica” in Italia che, a differenza dei licei, non ha solo il compito di preparare basi solide per un futuro accademico in università, ma deve anche insegnare un mestiere e quale modo migliore per imparare a svolgere un mestiere se non quello di svolgerlo realmente?
«Al Galilei-Costa abbiamo una particolare vocazione per l’imprenditorialità e per l’intraprenditorialità – racconta Daniele Manni, un docente dell’istituto – e l’aver creato nel 2004 all’interno della scuola una società cooperativa a responsabilità limitata, gestita insieme agli studenti, che da oltre nove anni opera fattivamente sul territorio la dice lunga. Crediamo nel futuro e soffriamo di una sorta di ottimismo cronico, e sentiamo forte la necessità di trasmettere questo credo ai nostri studenti. La cosa curiosa è che operando nel concreto e dando ai ragazzi la possibilità e gli strumenti per realizzare alcuni loro sogni sta portando anche a dei benefici scolastici nel senso stretto del termine, ossia mediamente stiamo riscontrando un innalzamento del livello di attenzione e di applicazione in tutte le materie. Naturalmente siamo disponibilissimi a confrontarci con altre scuole e dividere e condividere le nostre esperienze con chiunque lo volesse, non ci sarebbe cosa più bella dell’avere scuole tecniche in ogni regione d’Italia attente ai bisogni del proprio territorio e proiettate a trasformare la formazione in opportunità reali per i nostri giovani.»