Atlante mette d’accordo Roma, Bruxelles e Francoforte

Atlante da ieri è una realtà. E’ stato avallata ieri la nascita del Fondo d’investimento alternativo del nostro sistema bancario dotato di 6 miliardi (più il debito), che ha come ‘obiettivo quello di intervenire sulle quote (eventualmente) scoperte dei prossimi aumenti di capitale ed eventualmente acquistare i titoli derivanti dalla cartolarizzazione di crediti deteriorati delle banche.

Per l’avvio del fondo Atlante, previsto nei prossimi giorni, al Mef ieri si è definita l’architettura del progetto e parterre dei sottoscrittori: compagnie assicurative (da cui dovrebbe arrivare un miliardo), Fondazioni (500 milioni) e le banche, da cui arriveranno 3 miliardi (un miliardo a carico di Intesa e UniCredit, il resto dagli altri tranne che da Mediobanca, che si è chiamata fuori). A questi si dovrebbe aggiungere la Cdp, con circa 5-600 milioni e con un analogo ammontare la Sga, Società per la gestione delle attività, cioè la società pubblica creata nel 1997 per il salvataggio del Banco di Napoli riuscita a recuperare l’85% dei prestiti non rimborsati all’istituto, confluito in Intesa Sanpaolo. Quaestio Capital Management sgr, guidata da Alessandro Penati, che fa capo per il 37,6% a Fondazione Cariplo è la Sgr chiamata a gestire il fondo.

Ad Atlante ci stanno lavorando da più di un mese sia Roma, sia Bruxelles sia Francoforte, con l’avvallo della Commissione europea e della Bce, oltre che con i due advisor (Bofa BerrillLynch e Bonelli Erede). Ieri il progetto è stato presentato ai rappresentanti delle compagnie assicurative interessate (Poste Vita, oltre a Generali, UnipolSai e Cattolica), e alle banche Popolare Vicenza, Veneto Banca, Carige e Mps a cui è stato richiesto di determinare la propria quota di partecipazione entro il 30 aprile ovvero la data stabilita per la ricapitalizzazione della Popolare di Vicenza.  Il fondo Atlante nel caso in cui si  profili dell’inoptato, interverrà nella fase finale della raccolta ordini. Ma soprattutto il fondo interverrà a valle di eventuali cartolarizzazioni, che potranno avvalersi delle garanzie pubbliche e che dovrebbero avvenire su prezzi più alti da quelli attualmente praticati dal mercato, cioè in linea con i valori di carico delle banche.

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