All’inizio era stato indicata una quota del 30% e invece la vendita del 15% di Autostrade per l’Italia assicurerà ad ad Atlantia una maggior flessibilità in operazioni di M&A con l’obiettivo è portare l’ebitda da attività internazionali al 50% in tre anni, e fisserebbe un prezzo per l’asset più importante del gruppo.
L’apertura di Autostrade per l’Italia a investitori istituzionali, è valutata una cosa positiva da Antonio Piras, segretario generale della Fit-Cisl, che commenta le dichiarazioni, rilasciate in un”intervista, dall”ad di Atlantia,
Giovanni Castellucci. Il motivo è semplice secondo Piras. In questo modo perché non si espone l”azienda a
speculazioni puramente finanziarie, ma si supporta il piano industriale con l’obiettivo di farlo diventare uno dei maggiori player internazionali. ”La valorizzazione della concessione autostradale”, prosegue Piras, “è stata portata avanti in questi anni non solo dal management ,ma anche dai lavoratori e dai loro rappresentanti, che hanno dato un contributo determinante. Dagli incassi che arriveranno da questa vendita il sindacato si aspetta sviluppo occupazionale, investimenti in infrastrutture in Italia, che tanto servono, e, per quanto riguarda l”estero, nuove acquisizioni, per dimostrare a tutto il mondo la capacità imprenditoriale italiana”.
Sui mercati esteri per Atlantia ci sono interessanti opportunità che vanno sfruttate e parte delle risorse arriveranno dalle cessioni di quote di minoranza in Aspi e Aeroporti di Roma (AdR). Il ceo di Atlantia ha parlato della cessione di una quota del 15% di Aspi entro febbraio rispetto al 30% anche in più tranche riportato da indiscrezioni di stampa nei mesi scorsi. La vendita di una quota di Aspi assicurerebbe ad Atlantia una maggior flessibilità in operazioni di M&A e fisserebbe un prezzo per l’asset più importante del gruppo, visto che conta per il 75% dell’ebitda.