di Matthew Vaight, gestore del fondo M&G Global Emerging Markets. L’azionario dei mercati emergenti ha concluso il 2012 con un rally. Questa positiva fine dell’anno ha aiutato i listini dei mercati emergenti a recuperare buona parte delle perdite incassate nel 2011. Il sentiment degli investitori si è un po’ risollevato grazie ai dati cinesi più incoraggianti, in particolare per le vendite del settore retail e manifatturiero, che hanno trainato l’attività economica. La transizione verso la nuova leadership cinese è passata senza intoppi e gli investitori hanno dato il benvenuto alle loro priorità economiche, che comprendono il supporto alla domanda interna. Nello stesso periodo i politici di tutto il mondo sono rimasti concentrati sugli stimoli alla crescita: il Brasile ha tagliato i tassi di interesse ulteriormente e annunciato investimenti sulle infrastrutture, mentre il governo indiano ha introdotto una serie di riforme economiche e assicurato un voto in Parlamento per consentire maggiori investimenti esteri diretti. In questo contesto, c’è un’ampia divergenza tra i Paesi in termini di valutazioni: Indonesia, Messico e Tailandia hanno guadagnato il favore degli investitori nel 2012 e scambiano su valori alti; anche la Turchia ha registrato ottime performance e aumentato i rendimenti nell’anno. Brasile, Cina e Corea, colpiti da timori per la crescita hanno valutazioni più interessanti. Il più grande perdente è stato l’Egitto a causa dei disordini politici e dei problemi finanziari. La Repubblica Ceca e il Cile sono anch’essi risultati deboli. Anche a livello settoriale, le performance sono state eterogenee: beni di consumo, finanziari e IT hanno riportato buoni profitti, ma energia e telecomunicazioni sono state poco favorite.
Una caratteristica degli ultimi mesi è stato l’aumento dell’attività corporate delle aziende dei mercati emergenti. In molti casi, aziende mature, sviluppate hanno cercato di acquisire asset nei mercati a rapida crescita, come dimostra l’acquisizione dell’asiatica Fraser and Neave da parte del gigante della birra danese Heineken. Anche l’azienda produttrice di cioccolato Petra Food, anch’essa nel portafoglio del fondo, ha siglato un accordo con una società occidentale. L’azienda basata a Singapore oltre a produrre cioccolato, è anche fornitore di ingredienti di cacao con operazioni in tutta l’Asia. Il titolo della società è schizzato quando il produttore svizzero di cioccolata Barry Callebaut ha chiuso un accordo con Petra Food per acquisire le sue attività di produzione ingredienti di cacao. Petra in futuro si concentrerà sul proprio core business e sui propri brand noti ai consumatori asiatici. Nel corso del 2012 gli investitori sono stati entusiasti per il potenziale del Messico. La crescita economica del Paese è stata solida e il nuovo presidente sta pianificando l’introduzione di riforme. Il Messico ha inoltre beneficiato della vicinanza agli Stati Uniti. Il titolo di Barry Callebaut, una delle principali catene di supermarket messicane, è cresciuto nel corso dell’ultimo trimestre 2012 in quanto la società ha ottenuto vendite maggiori e una crescita dei profitti. Chedraui ha aperto molti nuovi punti vendita recentemente e investito in tecnologia per migliorare il suo sistema distributivo. Questo ha inizialmente smorzato i rendimenti, ma credo che l’investimento aumenterà nel tempo i suoi ritorni sul capitale. In Turchia, il raffinatore di petrolio Tupras e il gruppo finanziario Garanti Bank hanno riportato ottimi profitti.