SLOT MACHINE: IL COLOSSO BPLUS IN VENDITA, SPUNTANO GLI SPAGNOLI DI CODERE E UN FONDO AMERICANO
Novantamila slot machine collegate, i diritti per l’installazione di dodicimila videolotteries, trecento dipendenti e una solida leadership – circa il 25% del mercato – in un settore che vale 45 miliardi di euro di incassi all’anno: è l’identikit di Bplus, la società concessionaria degli apparecchi da intrattenimento, ora alle prese con una clamorosa esclusione dalla gara per il rilascio delle concessioni da parte dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e che – al termine di un periodo di gestione transitoria di sei mesi, fino al 20 settembre – dovrà fronteggiare anche il probabile avvio di un procedimento di revoca della licenza da parte della stessa amministrazione finanziaria. Malgrado il contenzioso legale in corso, Bplus, un colosso da 90 milioni di euro di Ebitda nel 2012, ha sollevato l’interesse sia di Codere – multinazionale spagnola con un business consolidato in Italia, in particolare negli apparecchi e nel Bingo – che di un fondo americano: entrambi, secondo fonti interpellate da Agipronews, hanno sondato la proprietà di Bplus per un’eventuale acquisizione, che in ogni caso dovrà ricevere l’ok dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Secondo quanto si apprende, un primo contatto tra Codere e Bplus era avvenuto diversi mesi fa, quando era già scoppiato il caso-Bpm che sta ora portando alla possibile revoca della licenza per le slot machine: in quel periodo a Francesco Corallo fu offerta l’opzione di rilevare alcuni asset internazionali di Codere – in particolare in Argentina e Messico – in cambio del pacchetto di controllo della concessionaria italiana. La trattativa si era poi arenata ma, si apprende ancora, sarebbe ripresa nelle ultime settimane, dal momento che Codere – rivelano fonti societarie – è interessata ad ogni possibile occasione di espansione del business in Italia. Di poche settimane fa è invece la richiesta di informazioni presentata a Bplus da un grande fondo americano, seguito dall’advisor londinese Ficom Leisure, specializzato in M&A (Mergers and Acquisitions) nel settore del gaming. I contatti tra le parti sono già stati allacciati a Londra e si attende ora lo sviluppo della (difficile) trattativa, che – per essere portata a termine – dovrà comunque ottenere il placet dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.