di Marco Masella, ceo comitato organizzativo del Positive Business Forum. In qualità di ceo del comitato organizzativo del Positive Business Forum mi è capitato spesso di discutere sui concetti di positività, felicità e benessere, rendendomi conto che esiste una diffidenza di fondo su questi argomenti data da una visione che viene immediatamente ricondotta ai quei coach/motivatori/guru dagli slogan di effetto, con una grandissima carica emozionale che riescono facilmente a trasmettere a chi li sta ad ascoltare, ma che inesorabilmente si affievolisce dopo poche ore dalla loro uscita di scena. In realtà la Scienza Positiva non annulla gli eventi negativi né gli insuccessi, non ti chiede di fingere di essere qualcosa che non sei né ti invita ad andare in giro con un sorriso stampato sulla faccia. Alle origini della psicologia positiva c’è la radicata convinzione che non siamo solo spettatori passivi dei fatti che ci accadono ma parti attive capaci di affrontare ogni tipo di evento con una carica emotiva trasformativa. C’è l’evidenza della dimostrazione scientifica che il modo in cui interpretiamo la realtà cambia la nostra esperienza della realtà stessa, e tanto più lo facciamo attraverso le emozioni positive quanto più saremo in grado di trarne dei vantaggi. Questo perché le emozioni positive inondano la nostra mente di dopamina e serotonina, sostanze che hanno una forte influenza sul nostro benessere psico-fisico e sulle nostre prestazioni.
La Scienza Positiva lavora sulla costruzione della solidità psicologica dell’individuo attraverso la focalizzazione e l’utilizzo quotidiano dei propri punti di forza, la promozione della rete di relazioni sociali, la ricerca di coerenza tra le proprie azioni e i propri valori, l’impegno e il coinvolgimento in attività di “significato”. Anche il fallimento viene contemplato ma come un evento superabile, grazie alla consapevolezza che magari non è il primo e come gli altri siamo in grado di superare anche questo, con la forza di poter contare su relazioni sociali capaci di sostenerti nei momenti di difficoltà; con la consapevolezza che si sta vivendo e operando in sintonia con i propri valori impegnati in qualcosa che sentiamo importante per noi e che ci fa sentire importanti nel nostro contesto sociale.
Vivere in armonia con ciò che siamo, ciò che ci piace fare, con le persone con le quali scegliamo di stare, con una mente più positiva e meno disfattista verso il futuro, è forse questa la sintesi estrema che sta alla base della Scienza Positiva. È il concetto abilmente espresso da Shawn Achor: “Non sei felice perché hai successo, hai successo perché sai felice”.