CAP è il gestore del servizio idrico integrato dei Comuni della Città metropolitana di Milano. Nei giorni scorsi ha firmato un accordo con Milano Ristorazione per trasformare gli scarti alimentari in bioenergia per alimentare il depuratore di Robecco sul Naviglio. I grassi di scarto del centro produzione pasti di via Sammartini con l’impiego dei biodigestori anaerobici sono trasformati in energia elettrica e termica.
Alessandro Russo presidente e Ad del gruppo CAP
“L’accordo con Milano Ristorazione è uno dei progetti del nostro Green New Deal. Intendiamo contribuire allo sviluppo sostenibile del territorio lombardo all’insegna della decarbonizzazione e della transizione ecologica. Gli scarti agroalimentari ci permettono di trasformare i nostri depuratori in bioraffinerie, dove produrre biogas e biometano.
Gestiamo 40 depuratori dove il recupero di acqua trattata da impiegare in agricoltura fa rima con energia pulita prodotta dai rifiuti. Ma non solo. Anche cellulosa, sabbie, fosforo e azoto, sottoprodotti del processo di depurazione convertiti in materie prime da reimpiegare nella produzione”.
Il progetto pilota, della durata di due anni, nasce dal comune interesse delle due aziende ad approfondire lo sviluppo e l’applicazione di processi e tecnologie nel campo energetico e ambientale. In particolare si vuole valorizzare i rifiuti di origine agroalimentare per aumentare l’integrazione e la simbiosi industriale tra le infrastrutture urbane locali. Inoltre per accelerare le politiche di riconversione circolare previste nella città di Milano e nel milanese.
Bernardo Notarangelo presidente di Milano Ristorazione
“La nostra missione è dare alle bambine e ai bambini delle scuole milanesi un pasto sano, buono, educativo e giusto. Questo vuol dire promuovere i valori di sostenibilità del sistema alimentare e di lotta contro gli sprechi, due principi cardine della Food Policy di Milano. L’accordo con CAP, che ci auguriamo di estendere, è un ulteriore esempio di concreta realizzazione”.
10 tonnellate di grasso di scarto al mese per CAP
Ogni mese quindi vengono prelevate circa 10 tonnellate di grassi di scarto, in forma liquida, provenienti dalla preparazione dei pasti. Arrivati al depuratore gli scarti diventano biogas attraverso la fermentazione tipica dei biodigestori anaerobici, che servono per trasformare i fanghi di depurazione in energia.
Il progetto ha avuto il via libera dal Politecnico di Milano che ha testato in fase preliminare la tipologia di grassi utilizzati certificandone il loro grado di biodegradabilità. E quindi l’idoneità a essere trattati nei biodigestori. Ogni 6 mesi la water utility provvederà a fornire una Carbon Footprint delle attività e dei processi. Inoltre stimerà l’energia prodotta e la CO2 risparmiata. Questo con l’obiettivo di identificare i benefici dell’operazione in termini economia circolare.
Più sostenibilità nell’alimentazione milanese
Questo progetto punta anche a integrare tipologie di rifiuti provenienti dai diversi centri produzione pasti di Milano Ristorazione. Una sfida in linea con le strategie di Food Policy definite dal Comune di Milano con l’Expo 2015. Ovvero rendere più equo e sostenibile il sistema alimentare di Milano.
Sono coinvolte anche San Giuliano Milanese, Sesto San Giovanni, Bareggio, Canegrate, Rozzano e Pero. Città dove sono state avviate attività di produzione a regime di biogas e biometano a basso impatto ambientale. I rifiuti organici, provengono dall’industria agro-alimentare dell’hinterland milanese.
Utilizzando i biodigestori anaerobici si possono convertire in energia pulita 107 tonnellate di scarti organici. L’energia che può alimentare fino a 39.000 tra veicoli, mezzi aziendali e trasporti pubblici. Ben 2,5 volte il numero di auto circolanti alimentate a metano nella Città metropolitana di Milano.