L’ottava Commissione permanente (Lavori pubblici, Comunicazioni) del Senato della Repubblica, una audizione informale di Aitec – l’Associazione aderente a Confindustria che raggruppa le aziende italiane produttrici di cemento – nei giorni scorsi ha affrontato le difficoltà del comparto cementifero come conseguenza del crollo del settore edilizio.
Il Presidente Giacomo Marazzi ha illustrato la situazione di crisi in cui versa l’industria nazionale del cemento, tra le più significative del nostro manifatturiero e strategica per il Paese, che in questi anni ha registrato una diminuzione di oltre il 60% in termini di volumi di produzione, di mercato e di valore aggiunto. L’Associazione ha chiesto una maggiore attenzione allo sviluppo e completamento delle grandi infrastrutture attraverso il rilancio di una politica di investimenti nazionali da effettuarsi con risorse pubbliche certe.
Il rischio paventato dall’Associazione è quello di un aggravarsi della capacità competitiva dell’Italia, per la quale le infrastrutture sono fondamentali, e di lasciar chiudere, dopo 10 anni di forte ridimensionamento del mercato, un numero di impianti produttivi di cemento superiore a quello necessario a soddisfare la domanda fisiologica, ritrovandosi nella condizione di dover importare, nei prossimi anni, un prodotto insostituibile per le costruzioni. Molti i senatori intervenuti al dibattito, da cui è emersa una generale condivisione sulla necessità di salvaguardare e insieme rilanciare un comparto ritenuto vitale per la nostra economia.
Aitec Associazione Italiana Tecnico Economica del Cemento è dal 1959 organo di rappresentanza dell’industria cementiera nazionale. Ad Aitec, aderente a Confindustria e membro di Cembureau (Associazione Europea del Cemento) sono associate tutte le principali aziende del settore che, con oltre 69 unità produttive distribuite sul territorio nazionale, rappresentano oltre l’83% della produzione nazionale di cemento. L’industria del cemento può essere annoverata tra le realtà più significative nel panorama economico-produttivo italiano, presente – con investimenti diretti e acquisizioni o partecipazioni – in 4 continenti e in 30 Paesi esteri. Dopo circa un secolo di storia, essa oggi è leader a livello europeo e tra le prime a livello mondiale sia per dimensioni del mercato che per l’eccellenza tecnologica delle nostre industrie.