“Si tagliano abbigliamento, vacanze e consumi per la casa. Un milanese su quattro taglia le spese. Stranieri più penalizzati anche per la casa: solo il 18% delle famiglie ha una casa in proprietà contro il 70% degli italiani”.Il commento di Cristina Tajani, assessore alle Politiche per il Lavoro, Ricerca e Università del Comune di Milano mette in risalto il decremento del reddito atteso per un terzo delle famiglie milanesi, preoccupazione evidente per sette milanesi su dieci di fronte a una spesa imprevista di 10 mila euro, nessun risparmio per oltre il 56 % delle famiglie mentre il 74% cerca di arginare gli effetti della crisi ricorrendo a sconti e offerte speciali o ricorrendo ad acquisti on line – http://www.mi.camcom.it/web/guest/comunicati-stampa.
Chi sta peggio sono le famiglie straniere. Il 27% ha diminuito la spesa con tagli trasversali, distribuiti su tutte le categorie di beni e servizi, anche su beni considerati «primari» come alimentari e medicinali. Tra gli italiani c’è uno su quattro che soffre la crisi e riduce gli acquisti, ma è bilanciato dal 29% che aumenta il budget familiare. Dove si taglia di più: abbigliamento e calzature (per il 51%), vacanze (43%), apparecchiature e servizi domestici (41%), mobili (37%), beni e servizi per il tempo libero (36%). Stranieri più penalizzati anche per la casa: solo il 18% delle famiglie ha una casa in proprietà contro il 70% degli italiani.
“Questi dati”, prosegue Cristina Tajani, “confermano un quadro molto preoccupante per le famiglie milanesi e non solo, i segni della crisi economica che stiamo attraversando si mostrano in tutta la loro gravita facendo segnare un calo drastico nei consumi soprattutto in settori come abbigliamento o calzature ma ancor più preoccupante nel settore delle spese sanitarie e della cultura. Rilevazioni che ci indicano come la priorità oggi per gli enti pubblici è quella di mettere in atto politiche anticicliche di crescita e sostegno alla domanda interna. Il sostegno all’occupazione e al lavoro deve essere una priorità a livello locale e nazionale. Sicuramente lo sono per il Comune di Milano che insieme a Camera di Commercio negli ultimi mesi ha messo in campo diverse iniziative di sostegno all’occupazione e al reddito.”
“La Camera di commercio e il Comune di Milano”, dice Erica Corti, membro di giunta della Camera di commercio di Milano, “offrono con la rilevazione dei consumi delle famiglie milanesi uno strumento significativo per monitorare le esigenze quotidiane dei milanesi da un lato e dall’altro la situazione economica del territorio che ha impatto sulle imprese. Vengono monitorate anche le famiglie straniere che presentano una situazione di consumi diversa rispetto a quelle di origine italiane per i costi molto più contenuti e per la tipologia di beni scelti”.
Ma cosa dice la ricerca?
– Complice il protrarsi della crisi, le famiglie milanesi vivono un periodo di grande incertezza per il futuro. Questo clima favorisce un approccio ‘cautelativo’ verso i consumi: laddove possibile si preferisce risparmiare, per poter fronteggiare eventuali spese impreviste.
– Sia tra gli Italiani sia tra gli stranieri sono infatti in aumento le famiglie che hanno risparmiato parte del reddito guadagnato nel 2012 (34%). Questo trend trova conferma anche su scala nazionale (Indagine Ipsos per ACRI – ott. 2013).
– L’87% degli Italiani e il 57% degli stranieri residenti a Milano (dato, quest’ultimo, in crescita rispetto al 2012) si dichiara ora in grado di sostenere piccole spese impreviste (per un importo di 1.000 euro). D’altra parte, le spese di una certa entità (10.000 euro) fanno più paura a tutti, seppure siano sempre gli stranieri a risultare più vulnerabili: tra gli stranieri praticamente nessuno (1%) saprebbe come fare. Tra gli Italiani il 43% sarebbe in grado di far fronte autonomamente ad un importo imprevisto così elevato.
– Questa ‘ricerca di risparmio’, non finalizzata all’accumulo ma come forma di tutela minima per il futuro, è prevista anche per il prossimo anno, sebbene le famiglie straniere la ritengano più improbabile (pensa di risparmiare il 28% vs. 39% delle famiglie italiane). In effetti tra gli stranieri il 35% ha assistito ad una diminuzione del proprio reddito nel 2013, situazione molto critica considerando che gli stranieri sono nell’81% dei casi nuclei monoreddito (vs. il 60% degli Italiani).
Nella quotidianità i milanesi puntano al risparmio, soprattutto attraverso sconti e offerte speciali: due terzi delle famiglie lo fa sempre o spesso. Tuttavia tra le famiglie Italiane non si è ancora disposti a rinunciare alla qualità puntando esclusivamente su un contenimento dei prezzi: le informazioni qualitative sui prodotti, (ingredienti, provenienza…) sono importanti per il 71% e il 39% preferisce prodotti di marca perché garanzia di qualità. Le scelte delle famiglie straniere sono invece maggiormente guidate dal prezzo: il 78% punta in primis a fare economia (vs. 62% tra gli Italiani), lasciando talvolta in secondo piano qualità, novità, origine dei prodotti… Non stupisce che un sesto di loro (17%) faccia abitualmente la spesa negli hard discount a discapito degli acquisti presso i supermercati – che rimangono comunque il canale d’acquisto privilegiato: il 63% degli stranieri effettua solitamente gli acquisti in questo canale (77% delle famiglie italiane). La necessità di risparmiare il più possibile spiega facilmente perché una certa «eticità» e attenzione all’ambiente nelle scelte di consumo sia più comune tra gli italiani rispetto agli stranieri. L’interesse per auto elettrica, commercio equo e solidale, prodotti a km 0 e biologici è prerogativa delle famiglie italiane (si adattano allo stile di vita del 40-50% delle famiglie italiane vs il 10-15% di quelle straniere). D’altra parte, risparmio energetico e riduzione degli imballaggi, che ben si coniugano con il risparmio economico, sono invece tratti comuni a tutte le famiglie (rispettivamente 95% e 84% sul totale degli intervistati)
Un ulteriore elemento di differenziazione tra le famiglie italiane e straniere deriva dalle modalità di pagamento: i due terzi degli italiani privilegiano la moneta elettronica rispetto al contante mentre, tra gli stranieri, questa proporzione è invertita. Probabilmente alla minore penetrazione del conto corrente tra gli stranieri si aggiunge la necessità di tenere sotto controllo le spese. A Milano nel 2013, a fronte della metà delle famiglie italiane e di due terzi di quelle straniere in grado di sostenere un livello di spese complessive invariate rispetto all’anno precedente, il 29% degli italiani e solo il 6% degli stranieri dichiara di averle aumentate. D’altra parte il 25% delle famiglie italiane e il 27% di quelle straniere le ha ridotte.
Tra gli italiani si tagliano soprattutto le spese ‘voluttuarie’ – abbigliamento/calzature, vacanze e tempo libero, apparecchiature/servizi domestici e mobili. Le uniche spese più difficili da ridurre sono le spese sanitarie e per medicinali. Tra gli stranieri i tagli sono trasversali, distribuiti su tutte le categorie di beni e servizi. Anche su beni considerati «primari» come alimentari e medicinali, sono di più le famiglie che hanno effettuato riduzioni rispetto a quelle che ne hanno incrementato la spesa. Gli italiani, meno disposti a rinunciare alla qualità, preferiscono piuttosto contenere la quantità. Nel caso della carne protendono per una sostituzione del prodotto con varianti meno costose.