Cresce laquota di export per i costruttori italiani di macchine, attrezzature e stampi per materie plastiche e gomma
+9,1% all’import e +14,6% all’export: questo il consuntivo del primo semestre 2017, rispetto allo stesso periodo del 2016, in base alle elaborazioni del Centro Studi di Amaplast sui dati di commercio estero pubblicati da ISTAT. Tenuto conto dell’andamento dei due flussi, migliora ulteriormente il saldo attivo (per oltre 1,1 miliardi di euro) della bilancia commerciale di settore, con un incremento di diciassette punti rispetto al gennaio-giugno 2016. Se per le importazioni si registra un lieve rallentamento rispetto alla chiusura del 2016 e alle rilevazioni dei primi mesi dell’anno in corso, le vendite all’estero confermano la robusta crescita a due cifre che ha caratterizzato tutta la prima metà del 2017.
Per quanto riguarda le esportazioni – destinazione preponderante della produzione nazionale di settore – i costruttori italiani possono ritenersi soddisfatti sia dal punto di vista merceologico sia per quanto concerne la geografia delle vendite. La performance a livello di tipologie di macchinari Infatti, con l’eccezione negativa di impianti per mono/multifilamenti, macchine per soffiaggio e per materiali espansi, tutte le altre tipologie di macchinari hanno registrato un deciso miglioramento della domanda dall’estero, che risulta particolarmente significativo per le linee di estrusione (+17% rispetto a un anno fa), le stampatrici flessografiche (+23%), le termoformatrici (+37%) e gli stampi (+18%), solo per citare alcune tra le principali voci doganali.
La performance a livello geografico – Europa
Quanto alle destinazioni, a livello di quadranti si rileva come l’Europa rimanga lo sbocco preponderante; in tale ambito, le vendite nell’Unione sono aumentate di oltre venti punti rispetto ai primi sei mesi del 2016, incremento analogo a quello registrato dal resto del continente. Vale la pena sottolineare la buona performance della Russia, dove le vendite sono passate da circa 21 a quasi 50 milioni.
La performance a livello geografico – Americhe
La macro-area americana ha assorbito un quinto dell’export italiano di settore, con una progressione nell’ordine dei dieci punti, imputabile soprattutto alla crescita del mercati latini, con il Brasile in primo piano (+73%). Al contrario, l’aggregazione NAFTA ha registrato un aumento più modesto, in funzione del rallentamento delle vendite verso il Messico, che in misura maggiore aveva contribuito nei mesi scorsi a sostenere il flusso di forniture nella zona.
La performance a livello geografico – Asia
Piuttosto stagnanti le cessioni verso l’Asia, condizionate dalla flessione di quelle al Medio Oriente, per un rallentamento delle forniture ai trasformatori sauditi e iraniani. Non particolarmente brillanti neppure le vendite verso il Far East, trascinate verso il basso dal -12% della Cina, certamente non controbilanciate dal +1% dell’India (solo per nominare i due principali mercati di destinazione dell’area).
La performance a livello geografico – Africa
Passando a valori aggregati più contenuti, si rileva il trend positivo dell’Africa: sia per i Paesi affacciati sul Mediterraneo sia per quelli della fascia sub-sahariana l’incremento è stato nel complesso vicino ai venti punti..