Abbiamo intervistato Paolo Crisafi, direttore generale di Assoimmobiliare, l’associazione dell’industria immobiliare, per fare il punto sul mercato immobiliare la pressione fiscale del comparto, l’armonizzazione delle normative urbanistiche e le opportunità per gli investitori stranieri.
Domanda. Quali sono i punti principali del programma di Assoimmobiliare cui si sta lavorando?
Risposta. C’è interesse verso l’immobiliare da parte del Governo e di tutte le Istituzioni in genere, che hanno recepito molte richieste del settore, e sono pronte a valutare e a introdurre nuove norme e riforme utili nella
direzione della semplificazione burocratica/amministrativa e della riduzione della pressione fiscale se le
condizioni economiche del Paese lo permetteranno. I principali punti del nostro programma riguardano la promozione dell’attrattività del mercato immobiliare italiano; semplificazione delle norme
caratteristiche del settore; armonizzazione delle normative urbanistiche regionali; ammodernamento del
comparto dei servizi immobiliari; promozione e rafforzamento del social housing nel Paese.
C’è la possibilità di sviluppare progetti immobiliari di sistema, con caratteristiche infrastrutturali, che
diano valore aggiunto all’economia, nel breve e nel lungo periodo. Gli investitori sono alla ricerca di
prodotti e di mercato con regole facili e di livello internazionale. Stiamo lavorando sia sul fronte delle regole
che dei prodotti (scuole, sanità e impianti sportivi). A questo riguardo, si sta approfondendo il tema della
messa in sicurezza e della corretta gestione degli immobili sia pubblici sia privati, già affrontato e ora reso sempre più attuale dal recente sisma, sulla scia dei provvedimenti già attuati dal governo per la messa in sicurezza degli impianti sportivi.
Domanda. Il mercato residenziale: una nuova opportunità attraente per gli investitori stranieri?
Risposta. Il residenziale è un’opportunità. E’ evidente che le prospettive di rendimento siano contenute e la tutela
della proprietà non all’altezza delle esigenze, ma la domanda in locazione è imponente. E’ altrettanto che
l’approccio a questo mercato presupponga uno sforzo di contenimento dei costi di realizzazione e gestione
per soddisfare fasce che molto spesso non sono nelle condizioni di accedere alla proprietà. Ancora una
volta, come per il turismo, occorre capire se si passa dalla retorica degli annunci ad un piano organico di
intervento. E’ anacronistica l’idea che ci siano comparti inesplorati pronti a garantire ritorni soddisfacenti. Il
prodotto va faticosamente e consapevolmente costruito, partendo da vocazioni e caratteristiche del
territorio.
Domanda. Quali sono le maggiori novità sul lato dei veicoli di investimento che sono disponibili nel mercato
immobiliare? Che impatto avranno nell’industria ?
Risposta. Recenti provvedimenti normativi hanno reso sia i Fondi immobiliari, sia le SIIQ sia le SICAF veicoli
sostanzialmente trasparenti dal punto di vista fiscale. L’auspicio è che il riassetto normativo segni un
cambio di passo per il real estate quotato, la cui capitalizzazione ha subito nel corso degli ultimi anni un
autentico tracollo, passando da circa 8,5 miliardi di euro del 2006 a circa 1,6 miliardi di euro attuali, e
continuano sul tema le interlocuzioni con le Istituzioni competenti per perfezionare i suddetti veicoli
finanziari. La Borsa è sicuramente un’opportunità, ma per coglierla occorre un cambiamento culturale e di
assetto che va oltre il soddisfacimento del requisito formale per la quotazione. È ora urgente che il mercato
si riorganizzi sul versante dell’offerta, dando vita ad una nuova generazione di veicoli moderni ed efficienti
e lasciando al passato i vecchi modi di gestire l’investimento immobiliare.