A dispetto di un mercato del giocattolo che per il terzo anno consecutivo chiude in negativo registrando un -3,3%, il peggior dato degli ultimi 3 anni, la fabbrica torinese Quercetti & C. tiene e conferma il fatturato di 10 milioni di euro forte della ricetta messa a punto già negli anni ’50 dal papà del chiodino e fondatore dell’azienda, Alessandro Quercetti: la vocazione all’export.L’export nel 2013 tocca il 68,6% con una crescita del 7% rispetto all’anno precedente. Ottima la performance ottenuta nel mercato USA, da sempre il più importante per l’azienda di giocattoli made in Turin, dove il fatturato è aumentato del 20% rispetto al 2012. Ma il made in Quercetti è ormai presente in ben 50 nazioni sparse per il globo. I fratelli Quercetti sono riusciti a fare arrivare biglie, magneti e chiodini in India, Perù, Marocco, Tunisia, Mali, Turkmenistan… Oltre che naturalmente in Cina, dove Quercetti vanta il suo piccolo primato. Riuscire a vendere giocattoli nel paese da cui proviene l’85% della produzione mondiale, senza importare nulla. La scritta “made in Italy” spicca su ogni singolo prodotto firmato Quercetti.
Questo un altro punto di forza della fabbrica del chiodino che, in un mercato di nicchia come quello del gioco educativo, punta sull’elevata qualità del prodotto e su un intero ciclo di progettazione e produzione completamente realizzato nel quartier generale di Torino. Quercetti & C. però non ha dovuto confrontarsi solo con i mercati esteri, che in fatto di giocattoli non hanno conosciuto crisi, ma anche con quello interno, dove i tagli dei consumi hanno toccato anche un settore considerato sacro, come quello dei prodotti per bambini. Non è stato facile confrontarsi con un mercato che ha mostrato segnali di debolezza lungo tutto l’arco dell’anno e che ha soprattutto consolidato il calo nei mesi più importanti degli acquisti che vanno da ottobre a dicembre 2013. Proprio per affrontare lo stallo del settore, Quercetti ha puntato sul web, ottenendo ottimi risultati.
E’ soprattutto in Italia che l’e-commerce sta diventando sempre più strategico per il brand piemontese. La sfida vinta da Quercetti è stata quella di aver saputo integrare i canali digitali con quelli fisici. Affiancare il negozio “virtuale” a quello tradizionale ha significato aumentare esponezialmente le vendite e farsi conoscere di più, oltre che approcciare una clientela più variegata e giovane. Dal 2011, anno in cui l’unica vetrina e-commerce per Quercetti era il neonato quercettistore.com, oggi il mercato digitale per l’azienda si è moltiplicato, così come il numero di piattaforme per gli acquisti digitali. Nel 2013 l’e-commerce per Quercetti ha raggiunto una crescita del 110% rispetto al 2012. La ricetta messa a punto dai fratelli Quercetti, eredi del fondatore, oggi alla guida della fabbrica del chiodino, ha portato a un risultato che nell’Italia della crisi oggi stupisce.
Il sell out del marchio cresce in Italia del 13,3%. Per ottenere buone performance commerciali, però non basta produrre più di 200 referenze rigorosamente made in Italy. Le vendite si realizzano con gli investimenti, che nel 2014 l’azienda intende rivolgere ad aumentare significativamente la propria capacità produttiva attraverso l‘ampliamento nel numero dei macchinari di stampaggio che comporterà una crescita delle presse a iniezione del 15%.