Crollo di vendite negli Iper, gdo e centri commerciali

IPERCOOP   FOTO DI © SANDRO MICHAHELLES/SINTESIDai dati di Confimprese Lab, osservatorio sull’andamento di vendite e consumi nel retail realizzato in collaborazione con Nielsen, emerge che nel primo trimestre di quest’anno l’indice di fiducia ha toccato il 45% contro il 57% dell’analogo periodo 2012 e contro il 90 della Germania, il più basso tra i 5 principali Paesi europei. «Ciò evidenzia un pessimismo perdurante”, commenta Mario Resca, presidente Confimprese, “e un ulteriore calo della propensione alla spesa da parte degli italiani. È arretrata anche la quota di denaro destinato al risparmio, sintomo della perdita di potere d’acquisto da parte delle famiglie, che con gli attuali budget a disposizione non riescono a risparmiare, tanto che il 48% ritiene pessime le prospettive di lavoro nei prossimi 12 mesi. Al contempo è cresciuta ulteriormente la percentuale di coloro che giudicano l´attuale momento non adatto per compiere acquisti (92%); di questi oltre la metà considera molto negativo il periodo in esame, il 24% non riesce a risparmiare».

I primi sei mesi dell’anno si chiudono con un andamento flat per la grande distribuzione, dato che cela, però, una performance opposta tra gli ipermercati (>4500), che vedono un calo del fatturato del –2,3%, e i super+iper che registrano un + 1%. A parità di rete sono 3 i gruppi distributivi positivi dall’inizio dell’anno, numero che si riduce a un solo attore nel mese di giugno.

Il no food si conferma l’area merceologica in continua difficoltà (-4,4% giugno 2013 vs giugno 2012). Libero servizio e tradizionali continuano a mostrare andamenti molto negativi, con il mese di giugno a doppia cifra per i Lis (-10%). Per contro discount (+3,6%) e specialisti drug (+6%) mostrano le performance più convincenti. La quota della marca privata si attesta al 18,5% nel mese di giugno dopo aver registrato numerosi record nei mesi precedenti; costante rispetto al mese precedente la percentuale di vendite fatte in presenza di promozioni (28,6%).

Quanto alle aree geografiche il Sud Italia rimane l’area geografica più colpita in termini di calo delle vendite: le aree Nielsen 3 e 4 si attestano entrambe sul -2,8%; le performance peggiori sono quelle di Calabria e Sicilia, ferme rispettivamente al -5,8% e al -5,7%.

L’Area1, che tradizionalmente ha sempre tenuto ma che per tutto il 2013 ha lasciato sul terreno qualche mezzo punto percentuale mese su mese, chiude il semestre con il -0,6% a valore.

Negativa anche l’Area2 ferma a -1,5%. In positivo la Valle D’Aosta (+5,4%), il Trentino (+4,3%), la Liguria (+3,4%). Staccate Campania (+2,3%), Toscana (+1,1%) e Lombardia (1%).

Continua inoltre la flessione del canale centri commerciali: il dato del primo semestre, pari a -3,71% riflette del resto quello del mese di giugno pari a -3,56%. Performano ancora peggio le regioni del Sud con un saldo del -7,08%, confermato dal solo mese di giugno fermo al -7,38%.

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