Dalla Turchia alla Corea sono sette i Paesi definiti “East side”: un business che per la Lombardia vale oltre 31 miliardi all’anno, un settimo dell’intero commercio estero regionale.
Mercoledì 15 giugno, presso il Palazzo Giureconsulti di Milano si terrà l’incontro “Internazionalizzazione ‘East side’: opportunità, incentivi e capitali per lo sviluppo delle imprese italiane”. Nel corso dell’iniziativa, organizzata da Promos, Invest in Lombardy e Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & Partners, gli operatori presenti parteciperanno a sessioni di networking sui sette paesi target individuati: Turchia, Russia, Emirati Arabi, Iran, India, Cina e Corea. L’incontro ha come obiettivo l’approfondimento su percorsi di accompagnamento di enti ed esperti sui mercati e normative dei paesi in oggetto e approfondire la conoscenza su incentivi per attivare e consolidare le relazioni di business con questi Paesi, oltre a prendere parte ad un momento di confronto sul tema delle operazioni di fusione e acquisizione delle aziende italiane da parte di investitori esteri.
Verso i Paesi dell’East Side, la provincia di Milano fa registrare movimenti economici in crescita: +5,1% nel 2015, una crescita maggiore rispetto a quella italiana (+1,3%) ma anche a quella media lombarda verso il mondo (+3,1%). Grazie soprattutto, in termini assoluti, all’import da Cina (11,8 miliardi di euro), Russia (2,1 miliardi) e Turchia (1,7 miliardi) e all’export in Cina (3,4 miliardi), Turchia (2,7 miliardi) e Russia (2 miliardi circa). Un totale di 31 miliardi di euro.
A crescere di più in un anno sono, invece, l’import da Iran (+26,5%), Cina (+13%) e Turchia (+12,4%) e l’export verso Emirati Arabi Uniti (+30%), Iran (+12%) e India (+11%). Milano da sola raggiunge i 14 miliardi di interscambio ma superano i 2 miliardi anche Bergamo, Brescia e Varese. In forte aumento Mantova, +33% (1,8 miliardi di scambi) e Cremona, +23% (600 milioni).
Macchinari (quasi 4 miliardi di euro), moda (1,8 miliardi) e chimica (1,5 miliardi) sono i prodotti più esportati nell’area. Elettronica (3,4 miliardi) e metalli (3 miliardi circa) quelli più importati.