Dazi Usa. In Lombardia in bilico un business di circa 400 milioni

In arrivo i dazi USA

Acciaio, alluminio e altri metalli: un export da 377 milioni di euro dalla Lombardia verso gli Stati Uniti, nel 2017 la crescita è stata del 17,6% su questi prodotti. In particolare, +36% per tubi, condotti e accessori in acciaio e +9,3% per prodotti della prima trasformazione dell’acciaio. La Lombardia, prima regione esportatrice italiana, concentra il 42,7% del totale nazionale che è di 883 milioni (+16%). È poi seguita da Toscana (19,6%) e Veneto (16,6%). In regione ad esportare di più sono Bergamo con 87,7 milioni di euro (+49,1%), Brescia con 78,5 (+18,1%), Cremona con 58 milioni (+119,2%). Seguono Milano con 44, Como con 30, Lecco e Mantova con circa 26 milioni. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e della sua azienda speciale Promos per le attività internazionali su dati Istat, anni 2017 e 2016.

Sulla questione dei dazi su acciaio e alluminio, Confapi, la Confederazione delle Piccole e Medie Imprese Italiane che raccoglie oltre 83.000 industrie private per più di 800mila addetti, ha inviato una lettera alla Direzione generale del Commercio della Commissione Europea a Bruxelles in cui richiede di non ridurre i livelli di importazione medi degli ultimi tre anni di ciascun prodotto siderurgico per non danneggiare l’industria manifatturiera europea. I livelli, viceversa, devono essere interamente confermati per gli anni successivi. Per Confapi, infatti, eventuali riduzioni non sarebbero dirette a tutelare da un rischio potenziale e futuro ma avrebbero un solo effetto distorsivo delle importazioni. L’iniziativa della Confederazione fa seguito all’inchiesta di salvaguardia avviata dalla Commissione Europea sulle importazioni di numerosi prodotti di acciaio nell’Ue.

L’intento di Confapi è quello di prevenire la riduzione delle importazioni in conseguenza dei dazi imposti dall’amministrazione statunitense sui prodotti siderurgici di molti Paesi asiatici. Questi dazi sono stati attivati da poche settimane e quindi il parametro medio degli ultimi tre anni è del tutto scevro dalla loro influenza verso i Paesi terzi. L’obiettivo di Confapi, che per prima ha sollevato la questione a livello europeo, è quello di non veder irrimediabilmente penalizzate le Pmi italiane nei loro approvvigionamenti.

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