33.000 aziende a capitale straniero, di cui oltre 1.000 italiane, 20 miliardi di dollari di interscambio con l’Italia che nel 2013 è stato il quarto partner commerciale della Turchia. Se si guardano le cifre, il Paese della Mezzaluna si conferma uno dei mercato più ricettivi per gli investimenti. Ciò vale sia nel campo retail, per soddisfare i consumi interni di una popolazione al 50% under trenta attratta dal made in Italy, sia come snodo logistico per raggiungere i Paesi del Medio Oriente, del Mediterraneo e dell’Europa Centrale. Su come sfruttare al meglio le opportunità di internazionalizzazione in Turchia esce in formato e-book “Come fare affari in Turchia. 100 domande, 100 risposte”, la nuova guida di Diacron Press, marchio editoriale del Gruppo Diacron, attivo nella consulenza fiscale e contabile internazionale in alcune aree strategiche del mondo. Tra i vari settori con interessanti prospettive spicca quello dell’energia. Per la sua posizione geografica strategica e l’incessante domanda di gas naturale e di petrolio da parte dei Paesi occidentali, per la Turchia si profila un futuro da hub energetico. Secondo Diacron Ankara rappresenterebbe per i Paesi UE l’unica opzione per la realizzazione di un quarto corridoio per l’approvvigionamento di gas naturale, consentendo loro di raggiungere i cosiddetti “stan” (in particolare, Turkmenistan e Uzbekistan) e differenziare le fonti di approvvigionamento, riducendo la dipendenza dalle forniture russe. Accattivante anche il settore delle energie rinnovabili, alle quali il governo turco ha riservato un programma speciale di agevolazioni. Buone le opportunità anche nel campo delle infrastrutture in vista del 2023, quando verrà celebrato il centenario della fondazione della Repubblica Turca. Il governo ha in progetto la realizzazione di grandi opere, che potrebbero elevare la Turchia a una delle prime dieci economie mondiali. Tra i progetti, un canale artificiale di 40 chilometri tra il Mar Nero e il Mar di Marmora, miglioramenti della rete stradale e linee ferroviarie ad alta velocità, un campus di ricerca di livello mondiale, un piano di riqualificazione edilizia su larga scala secondo moderni criteri antisismici. La guida, basata sullo schema delle cento domande e cento risposte, descrive i diversi volti di un Paese ai confini dell’Europa, non solo dal punto di vista geografico, e fornisce informazioni pratiche, soprattutto a livello fiscale e societario, per iniziare a investire in Turchia. “Nonostante il processo di armonizzazione che si è avuto da dieci anni a questa parte rimangono aspetti peculiari della legislazione turca che è opportuno conoscer”, commenta Giacomo Luccisano, referente di Diacron a Istanbul e autore della guida – www.diacron.eu – . “Sono stati fatti molti passi avanti. Si pensi che non è più richiesta l’autorizzazione preventiva alle autorità per la costituzione di società con capitale straniero e che queste ora usufruiscono, tranne particolari eccezioni, degli stessi diritti delle società con capitale turco”. “Consiglierei certamente a un imprenditore italiano di venire in Turchia, di guardare con attenzione a questo Paese e alle molteplici opportunità che offre. Questa guida può rappresentare un valido vademecum per orientarsi nella complessa realtà economica turca”, dice l’Ambasciatore d’Italia in Turchia Gianpaolo Scarante che ha firmato la prefazione. L’e-book di diacron press Come fare affari in Turchia. 100 domande, 100 risposte costa 9,99 euro ed è distribuita da BookRepublic – www.bookrepublic.it – , Amazon, IBS, BOL, Feltrinelli, Mediaworld, Ultimabooks, Webster e altre grandi e-book store.