Si apre domani a Palazzo Re Enzo di Bologna la quinta edizione della Borsa della Ricerca, l’evento che farà incontrare gruppi, dottori di ricerca e spin-off con imprese a caccia di innovatori. Attesi per la due giorni oltre 300 delegati (in rappresentanza di 24 atenei e 65 imprese) e prevista la presentazione di oltre 500 progetti di ricerca – http://www.borsadellaricerca.it/Tema centrale di questa edizione – organizzata da Emblema con il coordinamento scientifico dell‘Università La Sapienza – è il crowdfunding applicato alla ricerca, con la presentazione in anteprima – il 13 maggio – della mappa aggiornata del crowdfunding in Italia, a cura di Daniela Castrataro. La fondatrice dell’Italian Crowdfunding Network mostrerà come in meno di un anno il panorama italiano sia cresciuto e spiegherà il ruolo attivo che il nostro Paese sta avendo anche nella regolamentazione normativa. Questa forma di finanziamento ‘dal basso’ si sta sempre più diffondendo anche in Italia e offre, oltre che nuove opportunità di accesso ai fondi, nuovi modelli per la divulgazione scientifica, imponendo anche una crescente rispondenza tra le attività di ricerca e le esigenze della società. In un momento storico in cui la ricerca viene percepita come distante dalle esigenze del mondo reale, attraverso un finanziamento diretto i ricercatori possono, infatti, percepire quelli che sono gli studi di maggiore interesse e impatto sulla vita dei cittadini, orientandosi alla soluzione di problemi reali, che creino un beneficio tangibile per la società.
Si pensi ad esempio alle smart cities, che trovano realizzazione solo nello stretto lavoro fra comunità, imprese, amministrazioni e mondo della ricerca. Il crowdfunding impone, inoltre, ai ricercatori attenzione sull’importanza della comunicazione scientifica: non si può pensare di trovare dei finanziatori se non si è in grado di comunicare efficacemente la propria ricerca, il suo sviluppo e la sua ricaduta sulla società anche e soprattutto ai non addetti ai lavori. La Borsa della ricerca da sempre cerca di facilitare il dialogo tra due mondi che comunicano con grande fatica e punta a costruire un canale dedicato alla condivisione della conoscenza, in grado di garantire un notevole risparmio di risorse, umane ed economiche, nelle attività di scouting. Non ultimo, il crowdfunding può aiutare a sviluppare il potenziale imprenditoriale insito nella ricerca. In questo senso gli Atenei devono supportare i propri laureati e dottorati verso strumenti idonei e diversificati per realizzare le proprie idee ecrearsi un lavoro per il futuro, in cui sarà premiante la capacità di innovare e di essere imprenditori della ricerca.
“Con la Borsa crediamo di essere riusciti in questi anni ad avvicinare concretamente aziende, università e centri di ricerca, in alcuni casi obbligandoli – positivamente – a confrontarsi sul tema del trasferimento tecnologico. Oggi, parlando di crowdfunding facciamo un passo ulteriore, poiché si delinea un nuovo rapporto tra ricerca e società. Attraverso il finanziamento dal basso, diffuso e partecipato, sarà possibile prendere coscienza delle ricerche che hanno maggiore impatto sulla vita dei cittadini, orientando il ricercatore alla soluzione di problemi reali”, commenta Tommaso Aiello, ceo della Fondazione Emblema e ideatore del progetto. Nata per favorire concretamente il trasferimento tecnologico fra chi, nel mondo dell’università e dell’impresa, si occupa di ricerca, la Borsa ha visto nascere in quattro anni oltre trecento collaborazioni tra gruppi di ricerca e aziende del network.