A Roma l’evento europeo dedicato alla leadership femminile, la Global WIN Conference. Attesi 900 partecipanti per una tre giorni sulle best practice aziendali, conciliazione, pari opportunità e mentoring.
Win, Women’s International Networking, torna a Roma dal 28 al 30 settembre (1 Ottobre) per la sua conferenza globale annuale, la 19esima. È la conferenza dedicata alla leadership e al networking femminile più grande d’Europa con circa 900 partecipanti, per il 93% donne. Si svolgerà all’ Ergife Palace Hotel e com’è nella quasi ventennale tradizione delle WIN Conference alla manifestazione parteciperanno manager e top manager di aziende multinazionali, rappresentanti della politica, delle istituzioni, del mondo universitario e delle ONG che stanno contribuendo a cambiare il modo lasciando più spazio alle donne, alle loro idee e creatività e che plasmano così il dibattito sulla ‘diversity’ – l’inclusione delle donne e delle minoranze nelle aziende – e sull’uguaglianza di genere.
TRE GIORNI DI CONFRONTO SU BEST PRACTICE
Durante la tre giorni, si alternano sessioni plenarie, tavole rotonde e workshop dove i partecipanti hanno la possibilità di avere un confronto diretto con gli speaker su best practice di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, nuovi trend di mercato, come acquisire nuove capacità e qualità da leader, come rompere il ‘tetto di cristallo’. Si affiancano ai dibattiti lezioni di yoga e sviluppo personale per imparare a meglio perseguire gli obiettivi di carriera. Inoltre, sono diverse le occasioni di networking – cocktail, coffee break, cena di gala – utili per trovare un ‘mentor’, una guida nel proprio percorso di carriera e realizzazione personale. Il tema di quest’anno è ‘Leading the way, with beauty, connection and confidence’ perché WIN crede nell’importanza di includere caratteristiche tradizionalmente femminili come l’empatia, la cooperazione, l’intuizione, negli ambienti di lavoro affinché le donne non debbano aderire necessariamente a un modello di successo al maschile. Per fare ciò serve un’alleanza fra tutti: top management aziendale, donne, uomini e la società nel suo insieme. “Non bisogna cambiare le donne ma creare il giusto ambiente di lavoro in cui possano esprimere il proprio potenziale”, dice Kristin Engvig, imprenditrice, fondatrice e ceo di WIN. “Se accogliamo la diversità di genere e le diversità più in generale, nuove idee e creatività arriveranno di conseguenza. Promuovo la diversità perché penso che possa portare prospettive più interessanti nella vita e nel lavoro. La diversità comunque è già una realtà” conclude.
LE MANAGER RICERCANO MAGGIORI OPPRTUNITA’ DI CARRIERA
Una ricerca condotta da WIN tra un migliaio di partecipanti alla WIN Conference negli ultimi sei anni (2009 -2015) evidenzia che aumenta il numero delle donne che si sentono valorizzate in azienda (salgono al 70% dal 54%) ma molte ancora avvertono un’assenza di opportunità professionali per scalare i vertici e occupare posizioni senior (61%) e pensano che sia pertanto necessario introdurre quote di genere nei consigli di amministrazione (66%) e nella fase di entrata nel mercato del lavoro. Sempre più donne (+7%) considerano importanti nel business qualità tradizionalmente femminili come l’intelligenza emotiva e vorrebbero avere più tempo per sé (in crescita dal 17% al 31%).
IL CONTESTO ITALIANO RISPETTO A QUELLO INTERNAZIONALE
I numeri della parità di genere fotografano una situazione in lento cambiamento. L’ultimo rapporto sul ‘Gender gap’ del World Economic Forum (WEF) che misura tra le altre cose la parità economica tra uomini e donne calcola che nell’ultimo anno è cresciuta globalmente solo del 3%; l’Italia si colloca negli ultimi posti, al 111esimo su 145 paesi. Da noi le donne occupate o attive sono poche: il 54% contro il 74% degli uomini, guadagnano meno e in troppo poche riescono a rompere il ‘tetto di cristallo’. Una buona pratica italiana è rappresentata dalla legge sulle quote rosa nei cda che ha innalzato il numero di donne che dal 10 al 27,4 % (dati Consob 2015), in linea con paesi come Francia, Finlandia e Svezia che hanno deciso anche loro di introdurre una legge. La legge non ha solo cambiato il colore dei board ma ha reso la governance migliore come ha dimostrato una ricerca dell’università Bocconi.
Le registrazioni per la WIN Conference sono ancora aperte, fino al 12 settembre ad un prezzo scontato, cliccando su questo link: http://www.winconference.net/WINCONFERENCE_WEB/UK/PB-Landing-Global.awp
Alcune delle personalità intervenute come speaker negli ultimi anni (*titolo riferito alla carica ricoperta allora)
On. Laura Boldrini, Presidente della Camera dei deputati
Emma Bonino, Vicepresidente del Senato della Repubblica, Italia
Cherie Blair QC, Avvocato e attivista per i diritti umani
Mikael Ohlsson, Presidente & AD di IKEA Group
Seiko Noda, Membro della Camera bassa del parlamento giapponese
Irene Dorner, Presidente & AD di HSBC Bank USA
Umran Beba, Vice Presidente senior e AD HR Officer, PepsiCo
Paul Polman, CEO di Unilever
Syeda Hameed, Membro della ‘Planning commission’, Governo indiano
Mohau Pheko, Ambasciatrice straordinaria e plenipotenziaria del Sud Africa in Giappone
Ing Marie Bilkova, Direttore generale, viceministro, Repubblica Ceca
George Kohlrieser, Docente di leadership e organizational behaviour, IMD, Svizzera
Eliska Haskova Coolidge, Special assistant di cinque presidenti degli Stati Uniti
Masako Mori, Ministro per il declino delle nascite e ‘Consumer Affairs’, Giappone
Gertrude Mongella, Presidente del parlamento panafricano e attivista per le donne in Africa
Mikael Ohlsson, Presidente & AD di IKEA Group
Marguerite Baranktise attivista, fondatrice Maison Shalom