Opera da decenni in Libia, con numerose commesse di ingegneria civile, la Con.I.Cos (Contratti Internazionali Costruzioni) di Mondovì (Cuneo), l’azienda per la quale lavorano i due italiani rapiti sulla strada che porta all’aeroporto di Ghat.
L’azienda piemontese è guidata da Giorgio Vinai, che l’ha fondata nel 1977 con Celeste Bongiovanni. Due le sedi centrali: quella di Mondovì e quella di Tripoli, dove opera la Libyan Branch. I due nostri connazionali sono stati rapiti a Ghat, nel sud della Libia. Secondo il sito arabo Tuniscope i due sono stati rapiti all’alba insieme con un cittadino canadese. Lo riferisce il sindaco della città di Ghat, Komani Mohamed Saleh al sito arabo Tuniscope. “Sconosciuti hanno sequestrato all’alba un canadese e due italiani”, ha detto. “Si sta lavorando per conoscere il gruppo dei rapitori e il luogo dove sono stati portati i tre”. Il rapimento non è stato rivendicato da alcuna sigla, ha aggiunto il sito Arabi 24. La città di Ghat si trova sotto il controllo del governo di unità nazionale di Tripoli.
Si tratta di Bruno Cacace, 56enne residente a Borgo San Dalmazzo (Cuneo), e Danilo Calonego, 66enne della provincia di Belluno, entrambi dipendenti della Con.I.Cons, che si occupa della manutenzione dell’aeroporto. Jamal Suleiman, uno dei componenti del consiglio municipale di Ghat, al sito arabo Masrawy.com ha fornito alcuni dettagli sulla dinamica del sequestro. Particolari riferiti dall’autista che accompagnava i tre lavoratori, che “è stato trovato con le mani legate in una zona desertica” e ha dichiarato che “il commando ha aperto il fuoco contro di loro e poi li ha presi”. Al momento il rapimento non è stato rivendicato da nessuno. La conferma sul sequestro dei connazionali arriva dalla Farnesina, dopo che la notizia era inizialmente circolata sul sito d’informazione Libya Herald e sull’agenzia di stampa turca Anatolia. Martedì si riunirà l’ufficio di presidenza del Copasir, che potrebbe decidere di convocare presto in audizione il direttore dell’Aise, Alberto Manenti e la procura di Roma, come per altri episodi analoghi, indaga per sequestro di persona con finalità di terrorismo.I due italiani stavano lavorando al rifacimento alla pista dell’aeroporto locale.
L’attività della Con.I.Cos dal 2005 si è concentrata su palazzi di lusso, hotel storici, centri commerciali e grandi complessi residenziali, mentre in Libia ha continuato a mantenere la sua identità operativa attraverso la sede di Tripoli e diversi uffici satellite con sede a Derna, Bengasi e Ghat, dove la società ha contribuito alla costruzione dell’aeroporto. Con.I.Cos è attiva nel paese nordafricano nella costruzione di strade, aeroporti, ospedali, ponti, progetti nell’agricoltura, reti idriche sia nelle zone costali che in quelle interne e desertiche. Fra i progetti ricordati sul sito ci sono quelli di Tobruk, Derna, El Beida e Bengasi, fra gli altri.