di Paolo Mameli*. Il dato sulla produzione industriale di novembre “certifica” che la ripresa è avviata. La produzione industriale è aumentata ancora (per il terzo mese consecutivo) a novembre, di 0,3% m/m, in linea con le attese. Inoltre il dato di ottobre è stato rivisto al rialzo di due decimi, a 0,7% m/m.
Di conseguenza la variazione annua corretta per i giorni lavorativi è salita assai più del previsto, da -0,4% a+1,4%, tornando in territorio positivo per la prima volta da oltre due anni (la variazione annua in termini grezzi resta peraltro in rosso a -1,8%, calando anzi da -0,4% precedente). Il dettaglio per gruppi di prodotti mostra che il miglioramento è generalizzato, con l’unica eccezione dei beni di consumo non durevoli, per i quali l’output cala dell’1,6% m/m (un segnale del fatto che la domanda finale delle famiglie specie sul mercato interno resta debole).
Per quanto riguarda il dettaglio per settore di attività economica, spiccano i comparti farmaceutico, delle apparecchiature elettriche e dei mezzi di trasporto, che mostrano incrementi superiori al 10% nel confronto tendenziale con lo stesso mese dell’anno scorso (non a caso, si tratta di alcuni tra i settori con la maggiore esposizione all’export).
Viceversa, ancora fortemente penalizzati nel confronto tendenziale risultano i comparti dell’attività estrattiva, il tessile e la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati. In sintesi, il dato “certifica” che nell’industria la recessione è finita (il mese di agosto sembra aver rappresentato il punto di minimo del ciclo per la produzione) e sembra avviata una fase di ripresa.
Sebbene il livello dell’output resti di quasi un quarto inferiore ai massimi pre-crisi, il dato conferma la nostra idea che fosse solo questione di tempo affinché il miglioramento del morale delle imprese manifatturiere (evidente già da alcuni mesi) si trasferisse sulle decisioni di produzione delle aziende. Il dato lascia la produzione industriale in rotta per un aumento dell’1% t/t nell’ultimo trimestre del 2013: sarebbe l’incremento più forte da oltre tre anni. Un segnale coerente con la nostra idea di un ritorno ad una crescita positiva del PIL già nello scorcio finale dello scorso anno.
*Paolo Mameli è senior economist ufficio studi Intesa Sanpaolo