Efficienza energetica: 50 miliardi l’investimento in 5 anni
600 miliardi di risorse disponibili

solarworld_vatikan_01Sarà di 50 miliardi l’investimento in efficienza energetica da qui al 2020, lo prevede il Ministero dello Sviluppo Economico nel documento strategico sull’Energia. 600 miliardi euro le risorse potenzialmente disponibili da parte degli investitori istituzionali italiani interessati a diversificare il proprio portafoglio su questo asset. Per attivare il circolo virtuoso è però indispensabile mettere a sistema tre risorse specifiche: conoscenza approfondita del settore immobiliare; capacità specialistiche nella progettazione e realizzazione di interventi di efficienza energetica; competenze e risorse finanziarie in win win situation per tutti gli attori in gioco. Una proposta per gli edifici pubblici e privati che solleva enti e soggetti proprietari dai costi di investimento e gestione degli interventi e valorizza gli asset immobiliari. Sono infatti ca. il 76% su 13,1 milioni gli immobili realizzati in Italia prima del 1976 e quindi di qualsiasi norma sul contenimento dei consumi energetici. Su un valore della produzione dell’intero settore delle costruzioni di 187,9 mld euro la spesa in interventi di rinnovo ha raggiunto il 61,6% dell’intero fatturato dell’edilizia. Questa la sintesi del mio intervento di ieri in occasione dell’incontro: «efficienza energetica, una nuova opportunità di riqualificazione urbana».

Bruxelles Vs Cina

La Commissione Europea ha annunciato  l’imposizione di dazi provvisori dell’11,8% su tutti i wafer, le celle e i moduli di origine cinese, a partire dal 6 giugno 2013. Il livello dei dazi salirà al 47,6% dopo due mesi dall’imposizione del provvedimento (6 agosto 2013) e per i successivi quattro mesi. In totale la durata dei dazi antidumping imposti dall’Unione Europea sarà quindi di sei mesi. Gli Stati membri prenderanno la decisione finale sull’applicazione di dazi definitivi nel dicembre del 2013. In allegato il comunicato stampa ufficiale.

La disputa commerciale tra Bruxelles e Pechino è solo all’inizio ma per ora il commissario De Gutch tira avanti sulla sua decisione di punire la Cina accusata di avere invaso l’Europa con i suoi prodotti venduti a un prezzo più basso del costo di produzione. Si tratta della maggiore disputa commerciale di sempre intrapresa dalla Ue: in gioco ci sono 21 miliardi di euro, su un export totale verso la Ue pari a 293 miliardi nel 2012. Il Paese che ha più da perdere è, paradossalmente, la Germania che vede da un lato i produttori di moduli teutonici capeggiati da Solarworld (sulla soglia del default) e dall’altro tutta l’industria tedesca export oriented verso la Cina. Il Governo italiano è invece tra i favorevoli ai dazi sostenendo che l’aumento rapido della produzione di pannelli cinesi, che copre oltre la metà della domanda globale, non sarebbe mai potuta avvenire senza aiuti illegali ed ha impedito la nascita di una filiera industriale locale.

Secondo una ricerca della GTM Research nel mondo ci sono 180 imprese di produzione di moduli in profondo rosso che spariranno del tutto entro il 2015. Le prime a chiudere dovrebbero essere le 88 che si trovano in Europa, Usa, e Canada. Staremo a vedere. In USA l’applicazione dei dazi a partire dal 2012 ha dato ossigeno all’industria locale: Sunpower (+230%) e First Solar (+70%) sono tra i migliori performer dell’indice S&P 500 da inizio anno. Per il momento il responso dei mercati europei è questo: Solarworld +2%, REC -1,6%, EEMS -0,8%.

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