L’export dei prodotti belli e ben fatti (Bbf) nel 2015 é salito a 10,4 miliardi di euro. Lo scrive
Confindustria nel report “Esportare la dolce vita”, presentato oggi a Milano. Il settore Bbf che comprende arredamento, prodotti alimentari, abbigliamento, calzature e occhialeria rappresenta oggi il 18% dell”export manifatturiero italiano.
La crescita, secondo l’analisi di Confindustria, é legata soprattutto allo sviluppo della classe benestante degli Emirati Arabi, della Cina e della Russia. Una tendenza confermata anche nel lungo periodo: nel 2021 nel mondo ci saranno 212 milioni di ricchi in più rispetto ad oggi. “La domanda dei nuovi clienti”, si legge nella nota di Cnfindustria, “porterà le vendite Bbf nei mercati emergenti a raggiungere i 15 miliardi nel 2021 con un
aumento del 43 per cento in sei anni”. Un risultato che sarà possibile ottenere solo se l”Italia riuscirà a difendere l’attuale quota di mercato, pari al 7%, sulle importazioni dei Paesi emergenti.
Un aiuto in questo senso potrebbe venire dal mondo del turismo.
Luca Paolazzi, direttore del centro studi Confindustria, sottolinea “una carenza nello spingere il brand Paese soprattutto attraverso il turismo. L’Italia non sfrutta tutte le sue potenzialità e ha ancora infrastrutture inadeguate, i tre e i quattro stelle sono appena il 16%del totale. Gli alberghi sono il primo punto di contatto e devono diventare vetrine del made in Italy”. Anche secondo Licia Mattioli, presidente del Comitato tecnico per l’internazionalizzazione e gli investitori esteri di Confindustria, ”obiettivo delle pmi italiane deve essere quello di fare squadra “Il dna italiano se messo a sistema non può essere fermata da nessun competitor. Per questo con il Ministero dello sviluppo economico abbiamo creato nell”anno passato dei roadshow per far vedere a 6.800
imprese come portare avanti l”internazionalizzazione”.