Fino all’11 luglio – Dante, La visione dell’arte – a Forlì

Dal 30 aprile all’11 luglio ai Musei San Domenico di Forlì è allestita la mostra “Dante. La visione dell’arte”, con il sostegno degli Uffizi di Firenze  e Cassa di Risparmio di Forlì.

Un percorso espositivo dal Duecento al Novecento

Naturalmente l’obiettivo di questa mostra è quello di presentare le molteplici traduzioni figurative della potenza visionaria di Dante.

Vi attendono opere di Cimabue, Giotto, Beato Angelico, Michelangelo, Tintoretto, Canova, Andrea del Castagno, autore di una delle primissime raffigurazioni del ritratto di Dante.

Si possono ammirare anche i preraffaeliti, i macchiaioli e il Novecento, con Galileo Chini, Plinio Nomellini, Felice Casorati, Lucio Fontana, Pablo Picasso.

E’ un vero e proprio ‘girone monstre’, affollato di capolavori, oltre che un viaggio nella storia dell’arte tra Medioevo ed età contemporanea, con 300 opere dal Duecento al Novecento.

Per qualche mese Forlì si trasforma in una pinacoteca dantesca

L’esposizione di Forlì è un simbolo di riscatto e di rinascita per il mondo dell’arte e dello spirito di cultura e civiltà che essa rappresenta.

Il progetto nasce da un’idea di Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi, e Gianfranco Brunelli, direttore delle grandi mostre della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì.

Curatori della mostra sono il Professor Antonio Paolucci e il Professor Fernando Mazzocca, coadiuvati da un prestigioso comitato scientifico. Ma come mai proprio Forlì?

La scelta di Forlì è parte di una strategia di valorizzazione di un luogo e di un territorio che non costituisce solo un ponte naturale tra Toscana ed Emilia-Romagna.

Forlì città dantesca

A Forlì Dante trovò rifugio, lasciata Arezzo, nell’autunno del 1302, presso gli Ordelaffi, signori ghibellini della città.

Le sale ospitano circa 300 opere suddivise in 18 sezioni, in un percorso museale che comprende pittura, scultura, disegni e incisioni, manoscritti, edizioni rare.

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