L’avvio del bando per assegnare la concessione della Tangenziale di Torino, della A21 Torino-Piacenza, della A5 Torino-Quincinetto, della Torino-Pinerolo rappresenta per il Paese l’occasione per fare il primo passo su un percorso complessivo di rinnovo delle concessioni di autostrade, impianti idroelettrici, cave che valorizzi il territorio dove questi beni insistono.
A favore del territorio
“Lo diciamo da tempo” dice il presidente di Unicem Marco Bussone, “le infrastrutture dello Stato affidate in concessione non possono tagliare fuori i territori. Il pubblico faccia il pubblico, le imprese siano buone imprese, ben gestite e senza possibilità di lucro. Lo Stato deve imporre sistemi di restituzione di parte del loro incasso ai territori”.
Le gare, dopo troppe proroghe fatte contro l’UE e contro i territori stessi, affermano la necessità di trasparenza, di gestioni attente, di nuovi investimenti, di operazioni di valorizzazione dei territori attraversati in questo caso dalle autostrade.ll
Pulire l’aria togliendo i mezzi su Auto Freus
Uncem sostiene da tempo che servono ad esempio pezzi di valorizzazione dei servizi ecosistemici-ambientali che le foreste della val di Susa svolgono nell’assorbire Co2 e dunque nel pulire l’aria dall’inquinamento dei mezzi che viaggiano sull’AutoFrejus.
Così per le altre tratte. È solo un esempio. Una percentuale del biglietto pagato dagli automobilisti, potrebbe andare per interventi sulle strade secondarie che afferiscono le autostrade. I concessionari hanno pure già i mezzi necessari.
Il concessionario deve intervenire
Il bando in corso, lanciato dal Mit, e tutto il percorso che inizia devono ad esempio imporre che il concessionario intervenga a Quincinetto sul versante per eliminare il pericolo di frana.
E che a fare i lavori non sia lo Stato, con soldi della collettività. La gestione delle concessioni, autostradali, idriche, delle cave, è particolarmente remunerativa per le imprese titolari, lo sappiamo bene.
Se ai territori non resta niente, manco più i posti di lavoro, siamo pronti alla mobilitazione, anche mentre il bando per Tangenziale di Torino, A5, A21 è in corso.
Altro fronte caldo, quello delle barriere all’uscita dal nodo della città
Beinasco, Vadò, Bruere, Falchera, Orbassano, Trofarello, Carmagnola e Settimo.
Questi caselli oggi limitano i rapporti tra area urbana e montana, rappresentando solo un punto di prelievo dalle tasche di chi viaggia, pendolari soprattutto”.