Preciso, pratico e sincero il pensiero di Andrea Bertaglio nel suo secondo libro Generazione Decrescente, edito da L’Età dell’Acquario, e scrivo di più: molto difficile trovarsi in disaccordo, a meno che di essere un pazzo o un economista!
Oramai la presa di coscienza delle generazioni nate dagli anni 70 in poi è dilagante: non si può produrre e consumare come si è fatto fino ad ora e vivere da “rincitrulliti” come si è fatto fino a ora, quindi (anche io ) siamo felici di passare da una società dei consumi a una società intelligentemente virtuosa, spetta a noi tracciare un nuovo paradigma culturale, noi, le nuove generazioni, che hanno il peso sociale economico ed ambientale sulle spalle, una vera scommessa per il futuro, altro che non abbiamo niente da fare!
Basta farci prendere per il Pil, la vita vera sta nella qualità, anche solo rimanendo a contemplare un arancio appeso a un albero di Natale, si possono apprezzare tutte le sfumature della nostra vita, rimanendone pienamente soddisfatti. Come scriveva Antonio Gramsci: bisogna opporre al pessimismo dell’intelligenza l’ottimismo della volontà. Generazione decrescente? Sì grazie! Passare dalla quantità, alla qualità della vita. Infondo, basta provarci. (CM)