Sapere come funziona la moneta è fondamentale e necessario per capire il capitalismo oggi. In La natura della moneta (Fazi Editore, pp.380, euro 20) Geoffrey Ingham, che non è un economista ma un sociologo, riesce a farci comprendere il concetto di moneta, la sua storia e le sue implicazioni per coloro che la usano quotidianamente (quasi tutti al mondo).
L’autore si ricollega alle tradizioni intellettuali più eterodosse delle scienze sociali per costruire una nuova teoria: la moneta come pilastro delle relazioni sociali. Secondo Ingham, l’economia e la sociologia dominanti non sono state finora in grado di cogliere la specificità della moneta, per lo più considerata dagli economisti come un “velo” neutro che sottostà al meccanismo dell’economia “reale”.
Partendo dalla definizione della moneta come “promessa di pagamento” socialmente e politicamente radicata, Ingham dà una nuova lettura analitica di fenomeni storici come le origini della moneta, i sistemi monetari degli antichi imperi del Vicino Oriente e la coniazione in epoca greca e romana, fino all’affermazione della moneta-credito del capitalismo.
Anziché concentrarsi sulle relazioni di produzione e proprietà, Ingham osserva che la peculiarità del capitalismo consiste nella struttura sociale (che comprende complessi collegamenti tra imprese, banche e Stati) attraverso la quale i debiti privati sono “monetizzati” e che i “disordini” monetari come inflazione, deflazione e crisi valutarie sono solo una conseguenza del venir meno delle relazioni tra creditori e debitori.