Un recente studio accademico utilizzando i dati delle banche sui prestiti delle famiglie, ha stimato che l’evasione fiscale in Grecia ammonta a 28 miliardi di euro solo per quanto riguarda i lavoratori autonomi. La stima si basa sulla nuova strategia che le banche applicano alla situazione in Grecia (e in molti altri luoghi) secondo la quale le aziende operano nel quadro economico ma nascondono i propri profitti alle autorità fiscali. Una situazione di questo genere si dice “semi-formale”. Le banche devono adattarsi a questa situazione di “semiformalità” per rimanere competitive, concedendo prestiti secondo la loro migliore stima possibile riguardo al vero reddito delle famiglie. Per dimostrare in che modo si realizza questa sorta di adattamento, i ricercatori Adair Morse e Margarita Tsoutsoura della University of Chicago Booth School of Business – www.chicagobooth.edu – , assieme a Nikolaos Artavanis del Pamplin College of Business al Virginia Tech, ritengono che, in media, i lavoratori autonomi greci spendono l’82% del loro reddito dichiarato per pagare gli interessi dei loro debiti (in alcuni settori come i Servizi Finanziari, la Medicina e la Legge, questa percentuale sale a più del 100%). La possibilità che per ogni euro di stipendio guadagnato, 82 centesimi vadano al pagamento degli interessi dei debiti è remota, visto che una delle regole per chi presta denaro è quella di non estendere mai i prestiti in modo tale che i pagamenti mensili del debito eccedano il 30% del salario.
“L’obiettivo di questo studio è quello di utilizzare i nostri dati bancari per fornire una stima rappresentativa del paese per quanto riguarda l’evasione fiscale complessiva e per occupazione, e offrire un’analisi relativa ai fattori che permettono il persistere di tale evasione,” afferma Adair Morse, professore associato di finanza alla Chicago Booth.
La strategia dei ricercatori è quella di comprendere quale dovrebbe essere il vero reddito dei lavoratori autonomi nei diversi settori economici per poter sostenere un tale livello di credito. Lo studio ha evidenziato, solo nei lavoratori autonomi, un’evasione di 28 miliardi di euro di redditi tassabili. Se vi si applicasse una percentuale fiscale del 40%, si otterrebbe una somma che corrisponde al 31% del disavanzo pubblico greco del 2009 (o il 48% del 2008). I ricercatori affermano che una stima prudente del reddito reale dei lavoratori autonomi sia 1,92 volte il reddito dichiarato. In particolare, lo studio ha scoperto che medici, ingegneri, docenti privati, agenti di servizi finanziari, ragionieri ed avvocati hanno i più alti moltiplicatori del reddito dichiarato. (L’articolo completo è disponibile su richiesta o può essere scaricato qui http://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=2109500).
I ricercatori, inoltre, utilizzano la distribuzione dell’evasione fiscale da parte del settore per esplorare le teorie sul motivo che porta alla tolleranza dell’evasione fiscale. Vi sono molte prove che i settori con una grande documentazione cartacea sono quelle meno propense ad evadere, il che implica che l’imposizione è collegata all’informazione. Infine, i risultati sono in linea con i mestieri presi in considerazione da un progetto di legge del 2010 (vedi tabella sopra). La legge avrebbe permesso di inviare dei controlli alle persone con basse dichiarazioni dei redditi proprio in quei settori di servizio professionale, tuttavia non è mai stata approvata. Sulla base di questi fatti politici ed economici, lo studio dimostra che le occupazioni rappresentate in Parlamento sono per lo più quelle che evadono le tasse, anche escludendo gli avvocati. Nel complesso, l’articolo dimostra che i soggetti nei settori privi di documentazione cartacea trovano più facile evadere le tasse e che al parlamento greco manca la volontà politica di mettere in atto una riforma fiscale.