Huawei, Trump e gli altri

Huawei si oppone alla decisione presa dal Bureau of Industry and Security (BIS) del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti.

La decisione presa non è nell’interesse di nessuno. Comporterà un grave danno economico per le aziende americane con cui Huawei collabora, inciderà su decine di migliaia di posti di lavoro americani e interromperà la collaborazione e la fiducia reciproca che esiste attualmente nella catena di approvvigionamento globale.

Huawei cercherà immediatamente rimedi e troverà una soluzione a questo problema. Cercheremo anche di intraprendere azioni proattive al fine di mitigare gli impatti che deriveranno da questo caso.

Donald Trump ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale a tutela delle reti di comunicazione. Con un ordine esecutivo, il presidente ha autorizzato il Dipartimento per il commercio ad impedire alle società statunitensi di commerciare con determinati fornitori esteri.

Il Dipartimento, poche ore dopo la decisione di Trump, ha reso noto di aver aggiunto la compagnia di telecomunicazioni cinese Huawei e i suoi affiliati nella lista delle società potenzialmente a rischio per la sicurezza nazionale e gli interessi di politica estera americana. Il gruppo cinese ha risposto che queste limitazioni “sono irragionevoli e non renderanno il Paese più sicuro o più forte, anzi lo limiteranno e lo obbligheranno a cercare alternative inferiori e più costose”.

Più tardi il portavoce del ministero del Commercio Gao Feng ha fatto sapere che la Cina “si oppone con forza alla imposizione unilaterale di sanzioni” e “ha enfatizzato molte volte che il concetto di sicurezza nazionale non dovrebbe essere abusato e non dovrebbe essere utilizzato come uno strumento per il protezionismo commerciale”.

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