Un nuovo metodo verde per produrre idrogeno:
al via il progetto PHOCS guidato dal Center for Nano Science and Technology dell’Istituto Italiano di Tecnologia
Finanziato nell’ambito del programma Energia dei progetti FET della Commissione Europea, il progetto PHOCS ha l’obiettivo di realizzare nuovi dispositivi non inquinanti per la produzione di idrogeno
Milano, 11 gennaio 2012 – Partenza ufficiale per il progetto della durata di tre anni PHOCS, coordinato dal Center for Nano Science and Technology (CNST) dell’Istituto Italiano di Tecnologia a Milano, il 10 e 11 gennaio negli spazi del Centro. Il progetto PHOCS – Photogenerated Hydrogen by Organic Catalytic Systems ha l’obiettivo di realizzare un innovativo dispositivo fotoelettrochimico costituito da semiconduttori organici e inorganici, in grado di separare in modo efficiente ed economico l’idrogeno dall’acqua, senza produrre sostanze inquinanti. In futuro sarà più facile sostituire o affiancare le fonti fossili di energia con il più verde idrogeno.
“L’invenzione di un nuovo metodo per la produzione di idrogeno è importante per la creazione e il mantenimento di un’economia verde basata su fonti di energia rinnovabili. Il nostro progetto vuole dimostrare che è possibile ottenere idrogeno attraverso un nuovo metodo fotocatalico, efficiente ed ecocompatibile, che non utilizza fonti di energia fossili né produce anidride carbonica come sottoprodotto” commenta il Prof. Guglielmo Lanzani, Direttore del Center for Nano Science and Technology e coordinatore del progetto PHOCS.
La separazione dell’idrogeno dall’acqua sarà ottenuta grazie a una cella foto-elettrochimica che è combinazione di tecnologia fotovoltaica organica e di semiconduttori inorganici d’avanguardia. La normale efficienza dei materiali organici fotosensibili sarà, infatti, aumentata associandoli a materiali polimerici nanostrutturati e realizzando così una cella foto-elettrochimica dal design innovativo. In particolare, i ricercatori del CNST realizzeranno elettrodi composti da un materiale costituito da nanoforeste di ossidi, rivestite dallo strato fotosensibile.
Il progetto coinvolge, oltre al Center for Nano Science and Technology (CNST) dell’Istituto Italiano di Tecnologia, altri sei istituti di ricerca europei e un partner industriale all’avanguardia nel settore energia: Universitat Jaume I De Castellon (UJI) in Spagna, Instituto Superior Tecnico (IST) in Portogallo, Ecole Polytechnique Federale de Lausanne (EPFL) in Svizzera, Fundacion IMDEA Nanociencia (IMDEANano) in Spagna, Technische Universität München (TUM) in Germania e l’Istituto ENI Donegani in Italia.
Istituto Italiano di Tecnologia (IIT)
L’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) è una Fondazione di diritto privato istituita congiuntamente dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e dal Ministero dell’Economia e Finanze, con l’obiettivo di promuovere l’eccellenza nella ricerca di base e in quella applicata e di favorire lo sviluppo del sistema economico nazionale. Lo staff complessivo di IIT conta 1087 persone. L’area scientifica è rappresentata dall’86% del personale. Il 41% dei ricercatori proviene dall’estero: per il 24% stranieri da 38 Paesi e per il 17% italiani rientrati.
La produzione di IIT vanta più di 2000 pubblicazioni e 91 invenzioni che hanno originato 145 brevetti, di cui 71 italiani e 74 internazionali. Nella sede di Genova collaborano dipartimenti di Robotica (“Robotica, Cervello e Scienze Cognitive” e “Robotica Avanzata”), dipartimenti orientati alle scienze della vita (“Neuroscienze e Tecnologie del Cervello”, e “Scoperta e Sviluppo Farmaci”) e facility di “Nanochimica”, “Nanofisica”, “Nanostrutture”, “Pattern Analysis & Computer Vision” e “iCub Facility”. Dal 2009 l’attività scientifica è stata ulteriormente rafforzata con la creazione di dieci centri di ricerca nel territorio nazionale (a Torino, Milano, Trento, Parma, Roma, Pisa, Napoli, Lecce) che, unitamente al Laboratorio Centrale di Genova, sviluppano le nuove piattaforme del piano scientifico 2012-2014.