Il 3 giugno 1524 di fronte al Castello di Castellar Ponzano, Emanuele Ponzano fredda Fabritio Balbi con un colpo d’archibugio.
La storia è emersa dall’Archivio di Stato di Milano. Uno straordinario manoscritto cinquecentesco che potrebbe spiegare il passaggio del Castello dalla famiglia Ponzano alla famiglia Balbi.
L’imprenditore ed esperto d’Arte Luca Sforzini, proprietario del Castello medievale di Castellar Ponzano (documentato fin dal 1184) annuncia il ritrovamento nell’Archivio di Stato di Milano. Si tratta di uno straordinario manoscritto cinquecentesco che potrebbe spiegare il passaggio di proprietà ad inizio ‘500.
Secondo Sforzini si è ipotizzato che sia stata la rilevanza politica dei Balbi, saldamente schierati con gli Sforza (e quindi con gli Asburgo), a garantire loro il possesso del Castello. Era infatti evidente la militanza dei Ponzano nel partito francese, di parte guelfa: la parte sbagliata della Storia, ai tempi. Ma ora uno straordinario manoscritto cinquecentesco potrebbe indicare un omicidio avvenuto nei pressi del Castello come causa del passaggio del maniero alla famiglia Balbi.
Uno scontro tra francesci e Asburgo
“Siamo nel secondo decennio del Cinquecento, e lo scontro tra francesi ed Asburgo è nel suo momento culminante”, dice Sforzini. “Gli animi, accesi dal posizionamento politico in una delle due fazioni, sono caldi, e una scintilla può scatenare la violenza. Ecco un incontro fatale”.
Il 3 giugno 1524 il cavaliere Fabritio Balbo uscì dal castello di Tortona «per andare in campagna a veder li segatori passando per il luoco del Castellaro de Ponzani», e sulla strada pubblica. Insieme un tal Carlo Cazola ed Emanuele Ponzano «armati d’archibugi da ruota ivi passegiorno per uno pezzo parlandosi secretamente all’orecchie», videro il Balbo. Secondo la testimonianza del Ponzano, il Cazola gli andò incontro dicendogli: «Ascolta cavagliero, voi tu dire che quello che hai detto». Al che il Balbo «interompendo le parole drizato l’arcobuggio verso la persona di detto cavagliero» fece per sparargli, ma l’archibugio «non piglio il fuoco».
Il Ponzano dunque «senza dire altre parole drizo il suo arcobuggio da ruota contra il detto cavagliero e con la botta lo feri con la balla d’una ferita che penetra con la cassatura in corpo, del che morse».
Seguì «inquisitione» e «confiscatione de beni»
Poco sappiamo dell’esito del processo, se non che il Ponzano si fece almeno «esilio d’anni setti», probabilmente per sfuggire all’arresto. Non è affatto improbabile dunque che tra quei beni confiscati ci sia stato proprio il Castello, che infatti non ritornerà mai più in possesso dei Ponzano. In ogni caso in epoca Balbi il Castello di Castellar Ponzano vide un sostanziale rinnovamento, con ristrutturazioni ed ingrandimenti.
Conclude così Sforzini. “E’ motivo di grande soddisfazione trovare testimonianze documentali su questo Castello. Castello che ha contribuito a tante vicende che hanno fatto la storia d’Europa. La nostra Storia, il nostro patrimonio culturale, la bellezza, restano il nostro vero tesoro nazionale”.