Parte con il segno positivo Exposanità 2014, manifestazione dedicata ai temi della sanità e dell’assistenza che si svolgerà a Bologna dal 21 al 24 maggio. Una valutazione positiva arriva dalle imprese che operano nel comparto dei servizi e prodotti, con oltre la metà degli imprenditori che giudica buono l’andamento aziendale attuale. A rassicurare il settore è stata la chiusura dell’esercizio 2013, che rispetto al 2010 è stato all’insegna della crescita o della stabilità di fatturato per il 74,6% delle imprese, che hanno anche mantenuto fisso il proprio numero di dipendenti. Positive quindi le attese per l’anno in corso con 9 imprenditori su 10 che si aspettano di chiudere il 2014 con fatturati in crescita o stabili. Solo l’8,3% teme di dover ridurre il numero di addetti. Una fiducia nelle proprie performance che si traduce in progetti di ricerca e sviluppo, con la totalità delle aziende che investirà in questo senso, con budget che per la maggior parte si aggirano tra l’1% e il 15% dei fatturati.
Le aspettative positive delle imprese non si limitano all’andamento aziendale, ma si allargano al mercato in cui operano: per i prossimi tre anni, oltre un imprenditore su due ipotizza una crescita a livello generale del settore. Sul fronte dei pagamenti e della riscossione dei crediti la situazione per le imprese rimane difficoltosa, soprattutto per la sanità pubblica che impone attese superiori ai 90 giorni, con ben il 47,3% delle imprese che deve attendere oltre 150 giorni. Calano i ritardi per chi lavora con la sanità privata, anche se è il 67,8% incassa comunque oltre il 60 giorni. Un divario, quello tra pubblico e privato, che sicuramente non si potrà risolvere con la progressiva riduzione della spesa pubblica in sanità: oltre 7 imprese su 10 non la ritengono una soluzione per arrivare alla riorganizzazione delle risorse
.Questa la fotografia delle imprese che operano nel comparto dei servizi e prodotti per la sanità scattata da Senaf in occasione dell’unica manifestazione in Italia dedicata ai temi della sanità e dell’assistenza che con i suoi nove saloni, le oltre 700 aziende in esposizione, 235 momenti formativi in programma sui temi della gestione della sanità a livello territoriale, della disabilità, della terza età e della prevenzione, offrirà agli operatori un’ampia vetrina di oltre 2. 000 prodotti e più di 600 ore di formazione professionale. “Non è semplice restituire fedelmente l’immagine di un settore molto ampio e complesso come quello della sanità. Sorprende che oltre il 50% degli imprenditori intervistati dichiari di non esportare”, rileva Marilena Pavarelli, project manager di Exposanità. “Le potenzialità da esplorare su mercati stranieri sono molteplici e crediamo vadano sfruttate. Per questo abbiamo lavorato a un ricco programma di internazionalizzazione fatto di incontri con buyer esteri ed approfondimenti sui paesi emergenti”.
A Exposanità il Paese Ospite sarà l’Austria, nazione all’avanguardia sia sul fronte della ricerca e dell’innovazione di prodotti, tecnologie e servizi per il sistema sanitario sia su quello del sistema di previdenza sociale, che sarà presente con una collettiva di aziende interessate a stringere contatti professionali. Guest of Honour sarà invece l’India, Paese a cui sarà dedicata una serie di incontri mirati, con lo scopo di guidare le aziende italiane tra vincoli ed opportunità di un mercato in forte espansione. Una delegazione di buyer indiani visiterà inoltre la manifestazione e incontrerà gli espositori, così come le delegazioni provenienti da Brasile, Sud Africa, Turchia.
Il 37,7% delle imprese del settore ha registrato una crescita di fatturato mentre il 36,9% dichiara stabilità. Rimane uno zoccolo duro di imprese il 25,4% che indica un calo di fatturato. Sul fronte occupazione, il numero addetti nel 2013, rispetto al 2010, si è mantenuto complessivamente stabile (56,2%) mentre il 28,1% ha aumentato i propri dipendenti. Per quanto riguarda l’esercizio in corso, gli imprenditori si aspettano di chiudere il 2014 con fatturati in crescita nel 48,3% dei casi, nel segno della stabilità il 41,8% ed è solo il 9,8% a temere una chiusura negativa. Guardando alle assunzioni è il 17,6% a dichiarare di voler assumere nuovi dipendenti, mentre il 73,9% non prevede variazioni su questo fronte. Positività anche sul fronte dell’innovazione, con solo l’8,8% delle imprese che dichiara di non investire, contro il 65,8% che destina alla ricerca e sviluppo tra l’1% e il 15% del fatturato, e il 15% delle aziende che prevede quote superiori al 16% . Le imprese hanno pochi dubbi sul futuro prossimo del mercato in cui si trovano ad operare la singole aziende: per il triennio 2014-2016, solo il 12,8% si aspetta una contrazione del mercato contro un 52% apertamente convinto della sua crescita e un 35,2% che non crede ci saranno grosse variazioni.
Sul fronte dell’export le aziende che operano nel comparto dei servizi e prodotti per la sanità si presentano divise in due metà: da un lato, c’è un 51,2% di imprenditori che dichiara non esportare, a cui si contrappone un 48,8% che esporta i propri prodotti e servizi, anche se con un’incidenza variabile. Se il 17,1% dichiara di realizzare all’estero meno del 10% del proprio fatturato, c’è comunque un significativo 20,3% per cui l’export genera oltre il 26%. Chi esporta punta principalmente verso gli Stati dell’Europa Centro-Occidentale (73,3%), seguiti da quelli dell’Europa dell’Est (53,3%). Chi esporta guarda anche alla Russia (38,3%), al Medio Oriente (31,7%) all’Asia (23,3%), al Sud America (18,3%), all’Africa Settentrionale (16,7%), il Nord America (11,7%), l’Africa Meridionale (8,3%) e l’Oceania (6,7%). Le aziende del comparto orientano la loro produzione e le loro vendite in prevalenza verso il canale del commercio e della distribuzione (35,1%), seguito da quello della sanità pubblica (33,6%) e della sanità privata (26,1%).
In particolare, il 25% delle imprese genera più del 50% del proprio fatturato vendendo servizi e prodotti alla sanità pubblica, mentre è il 32,5% a concentrare più del 50% del fatturato nel settore del commercio e della distribuzione. Il SSN rimane dunque interlocutore di riferimento per le imprese nonostante le difficoltà nella riscossione dei crediti. I tempi di incasso medi, nella sanità pubblica, sono solo nel 3,3% inferiori ai 90 giorni. Se il 15,4% attende fino a 90 giorni e il 34,1% fino a 150, è ben il 47,3% delle aziende che si vede costretto ad aspettare oltre i 150 giorni. Sembra andare meglio nella sanità privata, con tempi di incasso che per il 9,4% sono puntuali o pari a 30 giorni, e per il 22,9% arrivano sino a 60 giorni. È comunque un 67,8% che attende di veder saldato il proprio credito oltre i 60 giorni, con un 39,6% che attende fino a 90 giorni, il 15,6% ne attende 120 e il 12,6% fino a 150 e oltre.
Più in generale, rispetto ai termini pattuiti, le imprese lamentano incassi che nel 66,7% dei casi si protraggo oltre i 30 giorni, contro un 8,8% che incassa puntualmente e un 24,6% che deve attendere almeno 30 giorni. I tagli alla sanità e la riduzione della spesa sono visti in maniera piuttosto critica dalla imprese che operano nel comparto dei servizi e prodotti per la sanità. Secondo gli imprenditori questo trend non raggiungerà l’obiettivo di portare ad una razionalizzazione e a un miglioramento dell’uso delle risorse (lo dice il 73,1%), ma avrà come conseguenza l’abbassamento del livello delle prestazioni verso gli utenti finali (per il 39,6%) e della qualità di produzione (per il 27,6%).