Mare, energia, turismo e ambiente sono i quattro assi portanti per la ripresa del Mezzogiorno.
Il rafforzamento di questi ambiti, favorito dallo stanziamento dei fondi europei del PNRR favorirà la ripartenza del Sud Italia e del Paese. Lo rileva il “Panorama economico di mezz’estate del Mezzogiorno” pubblicato da SRM, Centro Studi collegato al gruppo Intesa Sanpaolo.
Cresce il numero delle imprese
In giugno i dati registrano un +1,8% rispetto al 2020 (+0,9% il dato Italia); inoltre, sono attive 174.474 imprese giovanili, quasi il 40,4% del dato nazionale.
Il Mezzogiorno è l’area con il più elevato tasso di imprenditorialità giovanile (10%, in Italia 8,4%). Riparte anche l’export: si evidenzia, al I trimestre dell’anno, un +1,6% (media Italia +4,6%). Nel Mezzogiorno vi sono oltre 15mila imprese “innovative”, il 17% del dato nazionale.
Rispetto al 2014, il numero delle imprese innovative cresce di circa il 52% a fronte del 34% della media nazionale e la spesa per addetto è aumentata di 1.800 euro (media Italia +2.800 euro).
Il Mezzogiorno contiene quindi tutti gli elementi per fare Meta (Mare, Energia, Turismo, Ambiente) e contribuire in modo deciso a far vincere al Paese la sfida della ripartenza. I porti, la logistica e lo shipping sono gli elementi che muovono l’economia del mare e che possono favorire la competitività del Paese nel Mediterraneo. In particolare se si confermeranno i processi di reshoring, cioè l’accorciamento delle catene produttive all’interno dell’area euro-mediterranea.
La filiera corta favorisce l’economia
Gli scali del Sud rappresentano ad oggi il 47% del traffico nazionale di merci e le navi trasportano il 65% ed il 49% rispettivamente dell’import e dell’export delle industrie del territorio. Dal punto di vista dell’energia l’Italia diventa una protagonista nelle rinnovabili grazie al Sud dove si concentra il 40,2% delle energie pulite del nostro Paese. Il Mezzogiorno vale il 37,4% della potenza fotovoltaica, il 96,5% della potenza eolica ed il 27,2% della potenza degli impianti a bioenergie.
Secondo le analisi di SRM che riguardano il turismo, nell’anno della pandemia il Mezzogiorno ha rappresentato un quarto dei flussi turistici nazionali con oltre 10,7 milioni di arrivi e 40,6 milioni di presenze. Le stime per il 2021 evidenziano una crescita della domanda turistica pari a circa 58,3 milioni di presenze. Andando ad analizzare ambiente e sostenibilità, la bioeconomia vale 23,6 miliardi di euro di valore aggiunto,
il 6,7% del totale economia dell’area (6,4% in Italia) ed il 23,6% del dato nazionale. Gli addetti a produzioni bio sono oltre 732mila, pari al 10,7% degli occupati complessivi meridionali (circa 3 p.p. in più rispetto alla media italiana 7,9%) ed a ben il 36,4% del dato nazionale.
Inoltre, su un campione di 300 imprese manifatturiere del Sud intervistate da SRM, il 34% dichiara di aver effettuato investimenti nell’ultimo triennio con forte propensione (circa il 50% degli investimenti) all’innovazione e alla sostenibilità.
Cresce l’attesa per il PNRR
Il 54% delle imprese, sia nel Mezzogiorno che in Italia, intravede opportunità e vantaggi indiretti per la propria azienda. Un ulteriore 31% si dichiara pronta a cogliere direttamente i vantaggi che il piano offrirà.
Il percorso futuro di crescita è legato a doppio filo alla capacità del Paese e del Mezzogiorno di utilizzare al meglio le risorse disponibili del PNRR che assegna al Sud circa 82 miliardi di euro. Dovranno essere spesi in modo efficiente. Per raggiungere gli obiettivi prefissati l’accento va posto su quei settori trasversali. Settori che grazie al corretto utilizzo delle risorse disponibili e al completamento delle riforme, rappresentano la linfa vitale della nuova società: formazione, sostenibilità, innovazione, digitalizzazione ed economia sociale. In questi settori il Mezzogiorno evidenzia importanti aree di miglioramento e sfidanti obiettivi di crescita.
La pubblicazione integrale del rapporto è disponibile per il download sul sito di SRM: www.sr-m.it