L’Information Technology tradizionale sta seguendo il trend recessivo generale. La media del mercato nel 2012 segna un -3,2%. Ma sta emergendo una nuova IT in controtendenza legata al mondo del web, del social, del mobile, del cloud. E’ questa una prima fotografia dell’Assintel Report 2012, la ricerca annuale sul mercato del software e servizi IT in Italia effettuata da Nextvalue per conto di Assintel, l’associazione nazionale delle imprese Ict di Confcommercio-Imprese per l’Italia.“La nostra economia è in guerra. C’è chi sta in trincea con gli elmetti lottando quotidianamente per difendersi; e poi ci sono i capitani coraggiosi, con lo sguardo oltre l’orizzonte, che prefigurano l’evoluzione del mercato verso un’economia del digitale”,commenta Giorgio Rapari, presidente di Assintel. “Internet impatta su ogni business e il suo ruolo nella nostra economia va crescendo sempre più rapidamente: quello che ancora manca è un adeguamento infrastrutturale e politico alle nuove dinamiche. Il Decreto per lo Sviluppo Digitale muove alcuni passi coraggiosi, altri più conservativi: la sfida sarà legata alle norme di attuazione, al coordinamento fra i vari attori istituzionali, alla ripresa degli investimenti nella Pubblica Amministrazione e infine alla reale disponibilità di incentivi per chi innova”.
Ma quali sono i numeri del mercato IT nel 2012: hardware, servizi IT, software
19.006 milioni di euro sarà il risultato complessivo del 2012: dal 2008 ad oggi si sono persi quasi 3 miliardi di euro. Come sempre il tasso di decrescita italiano (-3.2%) è nettamente peggiore rispetto ai nostri vicini: la media UE è del -0,9% e la Germania segna addirittura un +4,1%. L’hardware affonda a -9,4%, trascinato dal crollo dei Netbook (-59,2%) e dei PC Desktop (-33,6%). I servizi IT tornano in rosso a -3,8%, falcidiati dal crollo delle tariffe professionali. Anche la formazione, da anni in crisi, segna un -4,2%. Il software continua la sua lievissima crescita (+0,8%), con due note positive e che rimandano alla “nuova IT”: la Business intelligence di nuova generazione (+3,7%) e il process & content management (+4,1%).
La nota positiva è legata all’economia del digitale: l’Italia per certi versi è un popolo in cui la consumerizazione della tecnologia diventa una moda, e da lì si diffonde per osmosi a livello sociale e imprenditoriale: la vendita di tablet a +52,1% e il cloud computing a +57,8% ne sono la punta di diamante. A mancare in questo caso sono però le nuove professionalità, che il nostro sistema formativo non è ancora capace di formare. Tre spiragli positivi danno luce all’andamento della spesa IT nei mercati verticali: sono il consumer (+1,8%), le Tlc / media (+1,3%) e le assicurazioni (+1,2%).
I peggiori performer sono quelli colpiti dalla Spending Review: PA (-10,8%) e Enti Locali (-8%), che pure dovrebbero avere un ruolo anticiclico di stimolo alla domanda. Male anche Industria (-5,1%) e Commercio (-4,5%). In territorio marcatamente negativo le piccole imprese, in particolare le micro imprese crollano del -16,4% e le piccole imprese del -11,4%: non c’è spazio per investimenti in innovazione nel loro business, che tende ad ottimizzare i costi per una mera sopravvivenza. Nonostante l’ottimizzazione dei costi sia ancora al vertice delle priorità strategiche dell’88% delle aziende del panel utilizzato per la ricerca, si intravede un’evoluzione lenta ma costante della percezione del ruolo strategico dell’IT nella gestione dell’attività aziendale, cresciuto dal 28% del 2009 al 57% attuale.
I budget per l’IT nei prossimi 12 mesi saranno stazionari per il 33% delle aziende utenti (lo erano nel 63% lo scorso anno) e in contrazione nel 42% dei casi (erano solo il 19% nella scorsa edizione), con punte di tagli oltre il 10% per il 17% di esse. L’allocazione delle risorse è destinata per il 64% alla gestione dell’esistente e all’adeguamento tecnologico programmato, mentre il restante 36% a nuovi progetti e allo sviluppo e trasformazione dell’esistente.